Il piano sequenza è sempre visto da tutti come una tecnica difficile, ambiziosa, ma al tempo stesso affascinante.
Le pellicole che si servono di questa tecnica sono numerose: Irreversible di Gaspar Noé, lo straordinario Arca Russa di Sokurov, Nodo Alla Gola di Alfred Hitchcock e il chiaccherato Birdman di Inarritù (il quale presenta al suo interno un piano sequenza finto ed elaborato al montaggio), vincitore di quattro premi Oscar.
Victoria entra di prepotenza tra le pellicole più sorprendenti degli ultimi anni. Non tanto per la sceneggiatura, neanche per le prove attoriali, ma per la straordinaria regia di Sebastian Schipper.
Un regista che ci farà immergere completamente nelle vicende di Victoria, ragazza spagnola arrivata da poco a Berlino, con un piano sequenza di 140 minuti. Dopo una notte in discoteca farà amicizia con quattro ragazzi dall’aria tremendamente pericolosa. Cosa vogliono da lei? Sono realmente pericolosi? Cosa vuole realmente lei? Domande che lo spettatore si farà continuamente. Victoria si troverà ben presto davanti a un problema più grande di lei e dovrà fare di tutto per risolverlo.
Una prima parte di caratterizzazione e una seconda di pura adrenalina. Sarà come salire su una montagna russa in piena discesa. Contornato da scene intense e di grande impatto, Victoria mette in mostra come l’ingenuità e la spensieratezza possano rivelarsi un’arma a doppio taglio, capaci (a volte) di farci prendere la decisione sbagliata. Il tutto senza essere troppo moralista.
Gli attori aiutano il regista ad aumentare ancora di più quel senso di afflizione che si respirerà per tutta la storia, seguiti da una colonna sonora dal ritmo martellante.
Purtroppo non è tutto oro quello che luccica.
Se da una parte abbiamo un comparto tecnico veramente eccezzionale, con delle scene che rimango impresse nella mente, non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda quello narrativo. La sceneggiatura, purtroppo, presenta delle ingenuità che con un po’ di attenzione avrebbero potuto dare maggior risalto alla pellicola. Complice anche un finale che può lasciare con l’amaro in bocca.
Togliendo questi ”piccoli” difetti, Victoria rimane comunque una pellicola valida, sorprendente e in grado di far conoscere a tutto il mondo il talento straordinario di Sebastian Schipper.