Ritorno al passato: la settima arte in loop tra prequel, reboot, sequel e remake.

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Vi sarà capitato di uscire dal cinema amareggiati per la cocente delusione dell’ennesimo Terminator, con Arnold Schwarzenegger nelle vesti del famoso cyborg. O di altre pellicole sfruttate in tutti i modi possibili, arrivando a rovinare la celebre memoria della prima saga. Nell’ultimo decennio, infatti l’industria hollywoodiana ha sfornato un remake dietro l’altro.

Solo in questo ultimo anno, abbiamo assistito a celebri rivisitazioni di pellicole di successo, come: “Independence day 2” senza Will Smith, “Jason Bourne” di Matt Damon,  il ritorno degli acchiappafantasmi “Ghostbusters“, tutto al femminile, e lo scontro abissale “Batman vs Superman”. Rientra in questa cerchia anche se del 2015, l’ennesimo episodio della saga di “Star Wars”.

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In molti penseranno sia una casualità, un periodo di standby , ma guardando i film in uscita nel 2017 c’è da preoccuparsi, sulla griglia di partenza, pronti per uscire nelle sale il nuovo anno, solo per citarne alcuni : “Avatar 2″, “Trainspotting 2” e “Pirati dei Caraibi 5“. Possibile che a Hollywood siano finite le idee? In tanti anni di cinema forse sì è giunti ad un punto di saturazione, i viaggi nel tempo e gli sbarchi sulla luna, (per citare una tematica), di sicuro successo, sono stati sfruttati a dovere, come le rivisitazioni di libri, e i “tratto da una storia vera” (usato a volte per dare semplicemente più enfasi e credibilità al film) e allora meglio la certezza di un film già visto, e dal sicuro seguito, di un’idea innovativa a rischio flop?

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Per capirlo a fondo, immaginate di presentarvi davanti a un famoso produttore in veste di sceneggiatori, chiedendo di poter girare un film di fantascienza secondo voi innovativo, con protagonisti in veste inedita, invece dei soliti noti: Eddie Murphy, Jim Carrey e Adam Sandler , con quale proposito la casa cinematografica accetterà? Sapendo che un “Lo squalo 30 la vendetta” darebbe ancora lo stesso share e impatto del primo, facendo il pieno al botteghino? Il rischio è troppo, è chiaro che la movente economica la fa da padrona, una storia nuova è sempre una spesa a fondo perduto, dato che è il pubblico pagante a dare peso e lustro ad una pellicola. E allora forse, prima ancora di lamentarci, dovremmo prendercela con noi stessi e cercare di andare più a fondo, vedere chi, e cosa c’è dietro un titolo apparentemente scialbo. E’ facile trovare sicurezza nel già visto, senza rischiare e andare oltre, magari per paura di buttare soldi per un film non valevole il prezzo del biglietto.

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Bisognerebbe uscire fuori dal binomio prezzo-valore, siamo talmente abituati alla concorrenza sfrenata, alla scelta migliore possibile, tramite programmi che recensiscono per noi, che ormai lo sbaglio di prendere una fregatura è vicino allo zero. Ma è veramente quello che si vuole? Quando una cosa è cosi’ soggettiva, svincolata da ogni schema logico, come nel cinema, non vi è mai la certezza del gusto, del piacere assoluto, nemmeno dietro consiglio del più appassionato del genere che garantisca per un film. E allora forse non è il cinema, ma il pubblico ad aver bisogno di nuove idee.