Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato in via definitiva l’Epstein Transparency Act, una misura attesa da mesi e destinata a rendere pubblici i fascicoli del Dipartimento di Giustizia relativi al caso Epstein. Il provvedimento, sostenuto in modo bipartisan, segna un passaggio politico di grande rilievo e apre la strada alla divulgazione di materiali rimasti finora riservati.
Il disegno di legge è stato approvato il 18 novembre dalla Camera dei Rappresentanti con una maggioranza schiacciante: 427 voti favorevoli e un solo voto contrario, quello del deputato repubblicano Clay Higgins. Il testo dispone la pubblicazione dei fascicoli del Dipartimento di Giustizia sul defunto molestatore sessuale Jeffrey Epstein, con l’esclusione delle informazioni atte a identificare le vittime e di qualsiasi materiale che possa contenere o raffigurare abusi su minori.
Dopo il via libera della Camera, il disegno di legge è passato al Senato, dove ha ricevuto un’approvazione altrettanto rapida, senza alcun emendamento, nonostante le precedenti richieste di modifiche da parte dello Speaker della Camera Mike Johnson. Le resistenze iniziali si sono sciolte dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato la sua disponibilità a firmare il provvedimento.
Quando un disegno di legge viene approvato dalla Camera con 427 voti favorevoli e uno contrario e il presidente dice che lo firmerà, non sono sicuro che ci sarà bisogno di un emendamento o che ci sarà il desiderio di una procedura di emendamento – ha dichiarato martedì il leader della maggioranza al Senato John Thune.
Il testo è ora sulla scrivania del presidente, in attesa della firma che lo trasformerà ufficialmente in legge. Tre mesi fa, uno scenario del genere appariva estremamente improbabile, soprattutto dopo che Trump aveva definito la petizione per la pubblicazione dei documenti una «bufala democratica», nello stesso giorno in cui numerosi sopravvissuti di Epstein si erano presentati al Congresso per sostenere la causa.
La campagna per la divulgazione dei documenti è stata portata avanti da mesi, sostenuta da tutti i deputati democratici e da tre deputate repubblicane: Marjorie Taylor Greene (Georgia), Nancy Mace (South Carolina) e Lauren Boebert (Colorado). La petizione era rimasta bloccata a lungo prima del voto di martedì.
Quando l’approvazione del Senato è apparsa imminente, Trump ha cambiato posizione, scrivendo su Truth Social:
Non mi interessa quando il Senato approverà il disegno di legge della Camera, se stasera o in un altro momento nel prossimo futuro.
Ha poi confermato che l’avrebbe firmato una volta arrivato sulla sua scrivania.
Secondo la normativa, una volta firmata la legge, il Dipartimento di Giustizia avrà 30 giorni di tempo per rendere pubblici tutti i documenti non classificati relativi a Epstein.
Trump, da tempo oggetto di accuse — da lui sempre negate — riguardo a presunti rapporti con Epstein, si trova nuovamente al centro dell’attenzione mentre il Paese attende la divulgazione dei fascicoli.