Breve storia d’amore è un film del 2025, opera che rappresenta la prima regia della giovane Ludovica Rampoldi. Il lungometraggio uscirà solo in sala a partire dal 27 novembre distribuito da 01Distribution. Nel cast abbiamo tanti nomi di spicco tra i quali Adriano Giannini, Pilar Fogliati, Valeria Golino e tanti altri. La pellicola è stata presentata in concorso alla 20esima Festa del cinema di Roma il 16 ottobre 2025. Ecco la nostra recensione.
Breve storia d’amore, la grande sorpresa della Festa del cinema di Roma
C’è qualcosa di ironico nel vedere un film che, fin dal titolo e dalle prime battute, ammette candidamente di non avere nulla di originale e che comunque risulta una delle opere più sorprendenti della Festa del cinema di Roma. Breve storia d’amore gioca a carte scoperte: sa che sull’amore è stato detto e mostrato tutto, e lo dichiara apertamente con un’ironia metacinematografica che non è posa ma consapevolezza. “Sulle storie d’amore si può dure e fare poco di nuovo”, dice uno dei personaggi, eppure il film riesce a farci credere che quel poco basti ancora ad emozionare.
Una sceneggiatura e una messa in scena perfette
Con una lucidità rara la regista prende la commedia all’italiana ormai in decadenza (ma genere che ha fatto la storia del cinema italiano), e la commedia degli equivoci (tanto disprezzata negli odiati cinepanettoni) e le eleva entrambe, trasformandole in qualcosa di vivo e sofisticato.
Il segreto sta in una sceneggiatura perfetta, calibrata con una precisione millimetrica: i dialoghi sono geniali, scattanti, mai gratuiti, capaci di alternare sempre alla perfezione comicità e profondità. I tempi comici sono impeccabili, ma dietro ogni battuta si nasconde un pensiero malinconico, una riflessione sull’amore e sull’incapacità tutta umana di viverlo fino in fondo.
La messa in scena di Breve storia d’amore è pulita, elegante, essenziale, con una regia che non cerca virtuosismi ma che accompagna con sensibilità le emozioni dei personaggi. Il finale in particolare, quel “lei che bacia lui che bacia lei” come canta Annalisa, è una delle scene più riuscite dell’opera. Poetica senza essere stucchevole, ed era breve il passo per farla risultare grottesca, emotiva senza scadere nel cliché. Le metafore, sia verbali che visive, non pesano mai. Nascono con naturalezza dal racconto, come se fossero parte del respiro stesso dei protagonisti.
I protagonisti e l’affermazione dell’astro nascente Pilar Fogliati
A proposito dei protagonisti, le interpretazioni dei quattro attori principali sono perfette. Ognuno dal ruolo più grande a quello più piccolo, trova la misura per il proprio personaggio contribuendo all’equilibrio corale del film. Brava come sempre Valeria Golino ma su tutti giganteggia la giovane Pilar Fogliati, di fianco all’immenso Adriano Giannini ci regala un’interpretazione elegante, sottile, tanto fragile quanto struggente emotivamente. Attrice che rappresenta il più grande astro nascente del panorama contemporaneo italiano, destinata a grandi cose.
La rarità dell’amore e il cruccio di complicarsi la vita
Breve storia d’amore è un film che parla di quanto sia raro, e al tempo stesso suona banale dirlo, il vero amore. Di quanto l’essere umano tenda a complicarsi la vita quando davanti ha un quadro perfetto, non riuscendo a tenersi stretto chi ama. Racconta, con intelligenza e amarezza, che anche con una fidanzata/o ideale che non fa mancare nulla e ama alla follia, la maggior parte delle persone riesce a trovare il modo di rovinare tutto. La regista prova a scavare nel perché, senza moralismi e con uno sguardo disincatato a tratti nichilista, l’essere umano ha questa tendenza lasciandoci intuire che una risposta non esista. Purtroppo per tanti sarà impossibile non ritrovarcisi lasciando in essi lacrime, tristezza e tanto amaro in bocca.
Finale e conclusioni
Il colpo di scena finale è di quelli che costringono a ripensare a tutto ciò che si è visto prima, a rileggerlo sotto una luce diversa, più crudele ma anche più vera. La divisone in atti funziona come un orologio narrativo, ogni segmento aggiunge un tassello, una sfumatura, un dubbio.
Breve storia d’amore è un grandissimo film, una sorpresa inattesa, una dimostrazione che anche nell’amore (e nel cinema che lo racconta) non serve inventare tutto da capo, basta trovare il modo giusto di dirlo di nuovo. Un’opera prima veramente eccezionale.