Alice in Borderland: i nuovi giochi sono sempre pericolosi, ma senza più mistero

Alice
Condividi l'articolo

Arrivata alla terza stagione, Alice in Borderland cerca una nuova conclusione ma spingendo a fatica su idee stanche e confuse, concedendo troppo alla filosofia e ben poco all’azione. La nostra recensione

La terza stagione di Alice in Borderland ci riporta ad assistere all’usuale scontro tra concorrenti in una serie di giochi mortali, ma con molto meno impegno e molte meno intuizioni rispetto alle prime due. Svelato infatti il mistero dietro i giochi – Borderland è una sorta di regno che si raggiunge nei pochi secondi prima della morte, e che mette alla prova chi vi entra decidendo se vivrà o morirà – non restava altro che proporne di nuovi, partendo però già da una premessa debole e con poca convinzione.

I nuovi giochi sono infatti confusi o inutilmente complicati, e i personaggi inediti che vi prendono parte, oltre all’essere lungi dall’avere il carisma delle figure memorabili delle prime due stagioni, ci vengono presentati in fretta e fatti morire davanti agli occhi altrettanto in fretta. Il risultato è quello che, come Squid Game, vorrebbe essere un altro grande romanzo sulla condizione umana ma che, a differenza della serie coreana, fallisce miseramente nell’intento commettendo l’errore di mettere troppa carne al fuoco e cercando di fare troppe cose insieme.

LEGGI ANCHE:  Alice in borderland, Recensione della serie giapponese di Netflix

Sei episodi sono infatti troppo pochi per raccontare le storie di tutti questi personaggi, consegnarci riflessioni profonde sull’esistenza e, nel frattempo, intrattenerci con i giochi adrenalinici nei quali del resto è chiaro che i protagonisti non moriranno fino alla fine. La forza di Alice in Borderland, infatti, stava all’inizio nella natura inspiegabile di questa terra di giochi mortali e in ciò che vi si celava dietro. Ai personaggi non restava che partecipare e rischiare la vita, ed era questo che teneva incollati allo schermo.

Qui, invece, si punta molto di più sui “ritratti umani” dei concorrenti, le cui storie vengono approfondite abbastanza inutilmente, specie nell’orribile gioco dei “futuri possibili”, in un anticlimax spettacolare che sa veramente di tempo perso. E non mancano altre trovate poco originali: come in Squid Game, per esempio, si scopre che una delle protagoniste è incinta, sorpresa sorpresa. Insomma, la scrittura è poco eccelsa, le scene sono banali e i colpi di scena praticamente assenti.

LEGGI ANCHE:  Alice in Borderland 2: la Spiegazione del Finale di stagione

Cosa rimane: buone interpretazioni – i personaggi di Kazuya e Rei, più di tutti, spiccano in un casting con molto poco colore – buoni effetti speciali, atmosfere intriganti. Ma poco altro: sembra davvero che questa terza stagione di Alice in Borderland sia stata forzata laddove le prime due concludevano la storia alla perfezione. Sappiamo che è un problema diffuso e che riguarda spesso Netflix, non è certo la prima volta.

E a proposito di paragoni con Squid Game, il finale – dopo una chiosa conclusiva poetica ma confusa nella quale sembrano aver “vinto tutti”, sacrificando alle lacrime (che non arrivano) tutta la potenza della serie – sembra voler preannunciare l’arrivo di una edizione americana. Che, a questo punto, rischia di essere inopportuna e superflua dato che, ripetiamo, ogni mistero è stato svelato e non c’è più davvero granché da dire su questa serie.

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp

RECENSIONE
VOTO:
Articolo precedenteMarvel Zombies, recensione della serie TV
Andrea Campana
Scrivo di musica, cultura, arte, spettacolo e cinema. Ho pubblicato su SentireAscoltare, OndaRock, Cinergie, Digressioni, Radio Càos, Rock and Metal in My Blood.
alice-in-borderland-3-recensione Arrivata alla terza stagione, Alice in Borderland cerca una nuova conclusione ma spingendo a fatica su idee stanche e confuse, concedendo troppo alla filosofia e ben poco all'azione. La nostra recensione La terza stagione di Alice in Borderland ci riporta ad assistere all'usuale scontro tra...