Frankenstein: Recensione del film di Guillermo Del Toro

Ecco la nostra recensione di Frankenstein, nuovo attesissimo film di Guillermo Del Toro

Oscar Isaac, Frankenstein, del toro
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A cura di Monica Rovati Trombin

Dobbiamo ammettere che indubbiamente Frankenstein di Guillermo Del Toro era il film più atteso di questa 82° edizione della Mostra del Cinema: non solo per il grande cast di stelle hollywoodiane, ma soprattutto perché veniva finalmente raccontata la versione del regista re delle storie sui mostri umani e del romanticismo nero.

L’attesa si è conclusa sabato 30 agosto durante la premiere mondiale del film, con la presenza dell’intero cast formato da Jacob Elordi, Oscar Isaac, Mia Goth, Christoph Waltz e Felix Kammerer.

In questa serata il regista si è commosso, Jacob Elordi ha pianto e noi, umili spettatori di quest’opera mastodontica, non potevamo fare altro che applaudire e osannare la nuova era di Frankenstein.

Frankenstein: la Recensione

Un Frankenstein umano, un Mostro non mostro:

Frankenstein non è solo una vera e propria lettera d’amore di Del Toro, ma è indiscutibilmente una delle sue migliori opere, in cui ha condensato tutto il suo lavoro e le sue visioni artistiche, per costruire un mondo inedito e fantastico.

Intimo, poetico, maestoso, estetico e soprattutto profondamente umano; mette in luce la ricerca disperata della vita in un mondo e in cui i personaggi non fanno altro che cercare di comprendere la morte.

Il regista reinterpreta la storia del Mostro più famoso della letteratura e del grande schermo, per creare un racconto inedito e diverso da come siamo stati abituati a vedere in questi anni. Vediamo per la prima volta una Creatura umana e viva, capace di amare più di chi gli ha dato la vita, che vuole imparare dal mondo e soprattutto vuole amare. .La storia si concentra in più fasi sul suo profondo dolore: il dolore di essere unico nel suo genere e solo al mondo, per poi passare alla consapevolezza di non essere amato dal suo creatore ed essere abbandonato, infine il dolore di perdere l’unica donna che lo comprendeva davvero.

Una storia sull’innocenza di un Mostro umano, di un mostro non mostro, nuovo alla vita e per questo ancora puro, che viene però portato all’odio e alla violenza da un mondo e da un Creatore che lo etichettano come mostro senza davvero conoscerlo a fondo.

Allo stesso tempo il film ci mostra anche la grande cattiveria umana, che prima gioca a fare Dio per poi schernire e mettere da parte i diversi, i “mostri”. Di questa categoria Victor Frankenstein ne è l’emblema: sensuale, egocentrico, vigliacco e quasi cattivo, è vittima dei suoi stessi traumi e desideri, di cui non riesce a liberarsi. Per quanto comprendiamo che anche lui è solo un’uomo che non vuole essere solo, nel corso del film risulta però essere il vero mostro della storia, colui che fa cose orribili, prima dando vita alla Creatura, poi cercando di ucciderla.

Creatore e Creatura si cercano e rincorrono all’infinito, in un gioco di anime che ci trasmette amore viscerale e allo stesso tempo odio profondo tra i due. Un destino che può finire solo in un modo, ovvero con la morte di uno dei due personaggi.

E’ solo dopo questo finale, che vediamo effettivamente nel film, che tra padre e figlio può tornare la pace e il perdono, per un’amore che durerà per tutta la vita.

Ogni dettaglio della sceneggiatura viene poi enfatizzato dalla parte più prettamente tecnica: dai primi piani sul Mostro ai mezzi busti di Victor, alle riprese della natura e dei paesaggi ai costumi, per finire alla fotografia, dai colori tenui e freddi che riprendono le vibes tipicamente dark del regista. Tutto questo permette la messa a punto di un grande film.

L’unico aspetto che non ci ha convinto:

Unica nota dolente di questo Frankenstein, se così possiamo definirla, è il finale: dopo essersi rincorsi fino in capo al mondo, la Creatura e il suo Creatore si ritrovano e si “battono” a suon di racconti, con quelle parole che possono ferire più della violenza fisica. Il tutto però si conclude troppo velocemente, in modo quasi frettoloso.

Vediamo che alla fine delle versioni delle due storie i due finalmente comprendo i propri errori e si perdonano, per liberarsi entrambi dai propri fardelli, ma tutto questo risulta poco approfondito. Bastava solo qualche dialogo in più e qualche spiegazione in più per farci comprendere meglio quel profondo dolore che ha trovato pace e dare un degno lieto fine al loro amore-odio.

Le grandi interpretazioni degli attori:

Jacob Elordi è il vero e indiscusso protagonista di questa pellicola. Interpretazione perfetta, audace, forte, poetica e triste. L’attore restituisce tutta la fragilità della Creatura, sola e abbandonata, in cerca solo di amore e di comprendere le meraviglie del mondo. Bravissimo nella gestualità, nei movimenti e nelle espressioni, in tutta la parte del film in cui ci trasmette empatia solo guardandolo, in cui regna il corpo e non le parole.

Anche quando capiamo che il Mostro ha imparato a parlare e ci racconta la sua versione della storia, rimaniamo comunque incantati da come viene sviluppata e siamo dannatamente interessati a conoscere una storia raccontata per la prima volta. Qui accade un qualcosa che non abbiamo mai visto nei precedenti film di Frankenstein: la Creatura ha davvero la parola, sa fare discorsi complessi, ha pensieri propri ed emozioni, per questi motivi per la prima volta vediamo dare voce a chi di solito non ce l’ha.

Anche Oscar Isaac non smentisce la sua incredibile bravura, che ormai abbiamo imparato a conoscere nel corso della sua lunga carriera. L’attore ha permesso alla co-star di brillare di luce propria, accompagnandolo però nel cammino della storia con un’interpretazione viscerale e super intensa di Victor Frankenstein. Isaac risulta sexy e attraente al punto giusto, ci affascina, pendiamo dalle sue labbra e dalla sua intelligenza, quasi divina, ma non empatizziamo con lui come facciamo invece con il suo Mostro.

Fantastica anche Mia Goth nel ruolo di Elizabeth, la sposa gotica per eccellenza, bella, impenetrabile e apparente fragile. Attratta dal diverso e da ciò che non può comprendere, anche lei rimane ammaliata da Victor e dai suoi esperimenti. Lui si innamora di lei, ma lei sembra essere l’unica a comprendere la vera natura del dottore: maligna, che pretende senza dare nulla in cambio e che non può più amare puramente per i traumi infantili subiti dalla cattiveria del padre e dalla morte della dolce madre.

Anche se promessa sposa al fratello minore di Victor, si innamora perdutamente della Creatura. Un colpo di fulmine per un’amore puro e buono, che viene spezzato per mano ovviamente del dottore, che non accetta che la bella fanciulla possa innamorarsi di un Mostro.

Davvero ottima anche l’interpretazione di Christoph Waltz, che interpreta lo zio della fanciulla. Affilato, intrigante e bravo, l’attore dà vita ad un uomo arrivista e ricchissimo, disposto a tutto per raggiungere la vita eterna dopo aver scoperto di essersi ammalato. E’ lui che dona i fondi a Victor e lo incalza a perseguire il sogno di sfidare la morte e la vita, senza però pensare che forse il dottore non avrebbe davvero condiviso le sue scoperte.

Conclusioni:

Guillermo Del Toro ci ha regalato un film magistrale, così profondo e magico da essere ad oggi uno dei migliori titoli visti finora al Festival di Venezia. Commovente e intimo da toccarti nell’anima, il regista ha dato vita ad una storia vera e toccante, uno specchio sull’umanità in cui tutti noi prima o poi ci possiamo riflettere.

Una pellicola che merita sinceramente di vincere un premio a questa kermesse, non solo per il film in sé, ma anche per la regia sopraffina di Del Toro e soprattutto per l’interpretazione di Jacob Elordi, finalmente in un vero grande ruolo che gli permette di far scoprire la sua bravura.

  • Oscar Isaac: Victor Frankenstein
  • Christian Convery: Victor da giovane
  • Jacob Elordi: Mostro di Frankenstein
  • Mia Goth: Elizabeth Lavenza
  • Christoph Waltz: Henrich Harlander
  • Felix Kammerer: Williams
  • Lars Mikkelsen: capitano Anderson
  • David Bradley: il cieco
  • Charles Dance: Leopold Frankenstein
  • Ralph Ineson: Professor Kempre
  • Burn Gorman: Fritz

Frankenstein: il Trailer

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