Jenna Ortega incanta nei panni di Mercoledì Addams, in una seconda stagione dalle vibes burtoniane ma che non ha nulla di horror (o quasi)
Dopo tanta attesa il 6 agosto è stata resa disponibile su Netflix la seconda stagione di Mercoledì, l’amata serie di Tim Burton con protagonista Jenna Ortega.
Questo secondo capitolo ci ha tenuto per tanto tempo sulle spine, in quanto le aspettative sono state fin da subito molto alte: si parlava di un prodotto che avrebbe abbandonato le vibes adolescenziali per buttarsi a capofitto nel genere horror e thriller, con new entry importanti e una dose di avvincente mistero assicurato, ovviamente in totale stile burtoniano.
Ma la serie rispetta davvero tutti i canoni prefissati?
La trama e i nuovi generi
La seconda stagione cambia pelle rispetto la prima, ed evolve con coraggio per diventare qualcosa di nettamente più maturo, gotico e psicologico, senza però perdere la sua vena ironica e di tagliente dark humor.
È chiaramente un progetto ambizioso (e costoso), che porta a casa un risultato ben riuscito e studiato, dovuto per la maggior parte alla bravura sempre più grande di Jenna Ortega, che domina la scena.
C’è effettivamente meno spazio per le storie romantiche adolescenziali e più attenzione verso i dilemmi morali e le lotte d’identità, con un occhio di riguardo verso i traumi familiari, il rapporto madre-figlia e la mitologia della famiglia Addams.
Proprio per queste peculiarità, la serie ritrova ancora una volta il forte marchio di Burton con la sua classica estetica cupa, anche nelle scelte stilistiche della resa della Nevermore Academy, più spoglia, fredda e visivamente gotica, o nell’ottimo uso di ombre e controluci.
Eccellente anche l’uso delle inquadrature claustorofiche di primo piano sulla protagonista, per evidenziarne la sensazione di isolamento mentale, oltre a permetterci di ammirare la sua bravura nelle espressioni facciali, fredde e distaccate, minuziosamente studiate per rendere ogni emozione.
Anche la sceneggiatura riesce a coinvolgere lo spettatore, tra omicidi, visioni profetiche e misteri; anche se allo stesso tempo, dobbiamo ammettere, ricicla alcuni aspetti della prima stagione, come il fattore “mistero da risolvere” e il “serial killer da fermare”.
La trama si sviluppa infatti in modo incalzate e coinvolgente su due livelli: uno dedicato al mistero dell’occulto, con Mercoledì che ha visioni che la collegano ad omicidi rituali, e l’altro verso la cospirazione segreta, un programma chiamato LOIS che fa esperimenti sui reietti. Al suo interno troviamo poi altre sottotrame, che non sempre vengono approfondite come meriterebbero e rischiano più volte di annodarsi leggermente su sé stesse.
Tra la rivelazione della sorella segreta Ophelia, la tensione irrisolta con la madre Morticia e i nuovi esperimenti scoperti sul programma LOIS, la serie vorrebbe creare una trama che richiama vagamente i temi di altri cult cinematografici e seriali. Da una parte il filone Stranger Things e dall’altra quello alla X-Men, o ancora meglio alla Frankenstein (che viene per giunta citato in un episodio), in cui si parla di mostri, esperimenti e investigazioni. Spunti però ovviamente mutati in una chiave cinica e glaciale, come solo la protagonista di questa serie sa incarnare.
Ma niente paura, perché comunque questa prima parte di avventura si conclude con il botto, tra zombie, segreti familiare irrisolti, la fuga di Tyler / Hyde e il coma inaspettato della protagonista. Tutto ci lascia ovviamente con tanti punti di domanda irrisolti: Mercoledì riavrà i suoi poteri? Che fine ha fatto Ophelia e cosa le è successo? Chi è la misteriosa donna liberata a Willow Hill? Ma soprattutto, quando arriverà finalmente il personaggio interpretato da Lady Gaga?
Ma forse la domanda più grande è quella tutta dedicata al momento “iconico”, come quelli che abbiamo tanto amato (e ballato) nella prima stagione, e che ad oggi non è ancora arrivato. Non dubitiamo però che questo dilemma, come le risposte a tutte le altre domande, arriveranno nella seconda parte della serie, che dovremo attendere fino al 3 settembre.
Indubbiamente Jenna Ortega si riconferma la protagonista indiscussa di Mercoledì, la sua performance rimane il cuore pulsante dello show ed è quello che lo porta avanti: è affilata, carismatica e in perfetta sintonia con la Mercoledì Addams che conosciamo e adoriamo tanto.
Il suo tacco anche a livello di produttrice esecutiva si vede eccome, le sue idee per migliorare la serie sono buone, come la sua interpretazione.
Riesce a donare alla piccola Addams una nuova veste di detective del paranormale, rendendola un personaggio molto più stratificato tra investigazione e visioni premonitorie, in cerca di risposte su sé stessa e la propria stirpe. Un’eroina gotica che si comporta da antieroina, o almeno crede di esserlo. In realtà inizia a provare finalmente empatia verso le persone a cui vuole bene, come la migliore amica Enid, ma nel suo modo contorto e dark. Proprio il suo rapporto con Enid, e anche con Mano, in questa seconda stagione si fanno più fragili anche se nettamente più profondi. Lo scoprire di provare emozioni la faranno sentire “troppo umana” e questo è il vero fulcro della nuova storia, nonché forse il risvolto più interessante: Mercoledì inizia a provare un conflitto interiore, tra chi era e chi sta diventando, con annesse le sue vere potenzialità, sia a livello di poteri sovrannaturali che di rapporti umani che potrebbe costruire.
Parlando proprio di Enid tra l’altro, purtroppo il suo personaggio viene messo parecchio da parte in questa seconda stagione, come anche la sirena Bianca. Entrambe vengono relegate in secondo piano: una tra l’inedito gruppo di lupi e il nuovo interesse amoroso Bruno, l’altra con nuove peripezie scolastiche e problemi con la madre fuggiasca.
Il fulcro emotivo tra Mercoledì ed Enid, che aveva mosso quasi tutta la prima stagione, in questa nuova parte è quasi sparito. Eppure, anche se la vediamo poco, l’attrice Emma Myers (sempre più brava) riesce comunque a regalarci una Enid notevolmente più matura e cambiata, più forte e sicura di sé.
Morticia e zio Fester restano sempre i nostri preferiti
Parliamo poi di lei, dell’affascinante ed enigmatica Morticia Addams, interpretata magnificamente da una magnetica Catherine Zeta-Jones. Quanto ci è piaciuto vederla finalmente molto di più nella serie? Con una parte più importante e centrale nella storia e nella vita della figlia, Zeta-Jones incarna l’essenza di Tish, dando vita a un ottimo personaggio e ad un’intensa lotta madre e figlia. Ahimè però, per quanto possono essere inspiegabilmente perfetti e disadattati insieme come coppia, continua ad esserci davvero poca chimica con la sua co-star Luis Guzmán e per questo motivo, sotto sotto, sogniamo ancora l’amore infuocato di quei Morticia e Gomez di Anjelica Huston e Raúl Juliá, nel film La famiglia Addams del ’91.
Anche Pugsley viene finalmente fatto entrare in azione, con una sua storia di introduzione alla scuola e una precisa delineazione del suo personaggio, tra risvolti macabri ma molto comici. Unica pecca? Mancano effettivamente quasi del tutto dei confronti o una trama con la sorella Mercoledì. Mancanza che viene colmata con l’introduzione di Grandmama, la fredda e calcolatrice nonna, che sembra avere un legame speciale (e perverso) con la nipote dalle lunghe trecce nere. Abbiamo visto ancora poco di lei, ma quel che basta per capire che sarà una grande spina nel fianco per Morticia e un personaggio chiave nella seconda parte della storia.
Anche lo zio Fester prende finalmente molto più rilievo, con una puntata quasi tutta a lui dedicata. Ci è bastato vedere una sola risatina isterica e maliziosa dell’attore Fred Armisen, a farci entrare nel cuore il personaggio. Il suo ruolo ha un grandissimo potenziale, che speriamo possa essere sfruttato molto di più nella seconda parte.
Un’altra piacevole scoperta è quella della new entry Steve Buscemi nel ruolo del preside Dort: comico ma con dei segreti ambigui, apparentemente buono ma in realtà sembra nascondere un carattere subdolo ed inquietante. In questa prima parte ha sicuramente il giusto spazio ed è interpretato molto bene dall’attore, capace di farci incuriosire di lui ma allo stesso tempo indurci a dubitare della sua buona fede. Ci regalerà sicuramente interessanti risvolti nella nuova parte.
Passando al loto dei cattivi: chi si aspettava il ritorno Christina Ricci?! Celata fino all’ultimo dai rumors degli attori confermati nel cast, la sua apparizione, anche se breve, ha dato la giusta chiusura al suo perverso personaggio. Ha chiarito quanto fosse profonda la sua pazzia e ci ha mostrato il suo amore malsano verso quel mostro Hyde che vedeva come un figlio o amante. Dal canto suo i creatori hanno mantenuto la promessa sul personaggio di Tyler: è effettivamente molto più oscuro e perfido, crea una connessione macabra con Mercoledì, diventando il suo alter ego e allo stesso tempo l’amore celato nel profondo dell’anima.
La nota negativa
Eppure c’è anche un grande ma… tutte queste note positive e i cambiamenti che hanno portato la seconda stagione ad essere un prodotto di successo, non bastano però del tutto per riuscire a sganciare la serie dai toni teen drama. Non mancano certamente delle scene da “brivido” e suspence, come quelle ambientate nei sotterranei della scuola o nell’ospedale di Willow Hall, ma ciò non riesce a regalare quel brivido in più per farla virare veramente verso l’horror di cui si era tanto chiacchierato. Possiamo parlare più precisamente di dark fantasy e di commedia nera dall’anima pop, con scene oniriche, visioni inquietanti ed estetica cupa, ma non certo di horror, in quanto non ci sono jumpscare, angoscia o violenza.
Stesso discorso che vale per il tocco di Burton: c’è e si vede, nell’atmosfera, nella stop motion, nelle ambientazioni gotiche, negli effetti splatter (con anche un miglioramento della CGI) e nelle storie dedicate ai disadattati, tipiche del regista, ma si ferma lì… non va davvero a fondo, non racconta l’essenza del dolore degli scartati della società. È come se fosse solo all’inizio della storia o una sua copia sbiadita, una versione mainstream in cui il regista si è adattato.
Questo non significa che la serie è un brutto prodotto, anzi, è più che approvata, ma forse non ha portato a casa quel desiderio tanto agognato di diventare qualcos’altro.
Le nostre conclusioni
Insomma nel complesso la prima parte della seconda stagione di Mercoledì si fa più dark, nei temi e nelle immagini, ma resta lontano dal vero horror. Ci flirta tramite l’uso burtoniano dell’estetica e del racconto dei reietti, in primis con Mercoledì stessa che ama omicidi, dissezioni e risvolti perversi, ma resta sullo sfondo. Possiamo parlare di “horror light”, se proprio vogliamo etichettarla, che prende in prestito il linguaggio visivo del terrore per raccontare dei dramma adolescenziali. È una visione indubbiamente coinvolgente per chi apprezza i misteri da risolvere, il sovrannaturale, una protagonista senza paure (e anche un pò glaciale), e delle atmosfere gotiche e cupe, pur sempre però con risvolti teen.
Allo stesso tempo, alcune scelte narrative e la perdita di leggerezza possono alienare parte del pubblico che aveva tanto amato la prima stagione, ma siamo certi che chi è aperto alla riscoperta della famiglia Addams ne sarà sicuramente soddisfatto.
Il finale poi, lascia sicuramente grandi speranze e un’enorme voglia di vedere la seconda parte.