Significa che, a differenza di quel che avviene con un terapista o con un medico, le informazioni personali confidate a ChatGPT potrebbero un giorno essere usate in tribunale
“La gente parla delle ca**ate più personali delle loro vite a ChatGPT. La gente la usa – specialmente i giovani la usano – come terapista, come life coach. Hanno questi problemi di relazione e domandano ‘cosa dovrei fare?’ E al momento, se parli con un terapista o un avvocato o un dottore di questi problemi, c’è un privilegio legale. E non abbiamo ancora sistemato questa cosa quando parli con ChatGPT”.
Avviso di Sam Altman, boss OpenAI, che avverte come le informazioni personali condivise con il suo ben noto chatbot non sono protette a livello legale. Significa che, se un domani ci si trovasse coinvolti in un processo, quelle informazioni e quelle conversazioni potrebbero essere liberamente mostrate in tribunale.