Le parole di Diodato accendono la polemica
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Nel panorama culturale italiano, il dibattito sul ruolo dell’arte e degli artisti nella società si intreccia inevitabilmente con le dinamiche politiche. In un’intervista a la Repubblica, il cantautore Diodato ha sollevato un tema che tocca la sostanza stessa dell’espressione artistica: la capacità di raccontare la fragilità umana e di restituire voce agli ultimi.
Secondo l’artista, questa sensibilità è sempre stata patrimonio della sinistra, mentre la destra, pur esercitando oggi un certo controllo sulle istituzioni culturali, non avrebbe mai realmente prodotto figure in grado di incidere sul tessuto emotivo e sociale del Paese attraverso l’arte.
Forse sono ignorante, ma non mi pare che la destra abbia mai espresso scrittori, musicisti, artisti capaci di mettere la fragilità umana al centro del proprio creare, e di incidere sull’opinione pubblica – dice Diodato.
Magari è un mio problema, ma mi sembra che sia stata sempre e solo la sinistra a porre attenzione agli ultimi, perché una politica che non si pone il problema della fragilità non può andare da nessuna parte, ma alimenta solo fratture. Detto questo, penso anche che la cultura non la fa un governo, come invece il centrodestra sta cercando di dimostrare con i suoi atti di forza nell’ambito, ad esempio, dello spettacolo.
Il potere politico non ha il compito di creare artisti, ma di dare rilievo a coloro che si sono distinti in quel campo. Dovrebbe valutare e premiare il merito
La dichiarazione di Diodato solleva una riflessione sul rapporto tra arte, sensibilità sociale e orientamento politico. Secondo la sua visione, l’attenzione alla fragilità umana e agli ultimi sarebbe stata storicamente più presente nell’espressione artistica legata alla sinistra. Inoltre, viene messa in discussione l’idea che un governo possa avere un ruolo attivo nella creazione culturale, sottolineando invece l’importanza di riconoscere e valorizzare il merito già esistente.
Che ne pensate?