And Just Like That… e il declino di Carrie Bradshaw

Un’analisi critica dell’ultima stagione di And Just Like That, tra nostalgia per Sex and the City e il declino di personaggi iconici ormai irriconoscibili

and just like that
Condividi l'articolo

A cura di Alice Rosa

Parliamo di And Just Like That

Seguiteci sempre anche su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp!

La terza stagione di And Just Like That sta per giungere al termine e la speranza è quella che questo sia l’ultimo capitolo di una storia finita già molto, molto tempo fa.

Siamo arrivati all’ottavo dei dodici episodi previsti – l’ultimo dei quali verrà trasmesso il 15 agosto su Sky e Now Tv – di una serie che non sembra avere più molto da dire.

Carrie, Charlotte, Samantha e Miranda sono sempre state ricche donne intraprendenti di New York, ma questo non è mai stato il fulcro della loro personalità o delle loro storie. Sex and the City ha segnato le vite di migliaia di spettatrici e ha continuato a farlo anche anni dopo la fine della sua messa in onda, a suon di repliche e momenti rimasti nell’immaginario collettivo. La sua forza risiedeva nell’essere un prodotto in grado di parlare al pubblico femminile come nessun altra serei aveva fatto fino a quel momento. Problemi di cuore, di sesso, discussioni con il proprio capo, relazioni disfunzionali, malattia e maternità.

Con l’arrivo di And Just Like That tutto è stato distrutto.

A destare i primi segni di diffidenza nei fan verso la nuova serie, c’erano già state la decisione di Kim Katral di non tornare nei panni di Samantha Jones e la prematura morte di Mr.Big, dovuta alle accuse di molestie sessuali che vedevano coinvolto l’attore Chris Noth.

Quale può essere il destino di uno show come questo, se privato di due dei suoi personaggi più carismatici? A quanto pare, quello di un lento ed inesorabile declino.

L’intento di And Just Like That sembra voler smantellare tutto quello che era stato costruito negli anni precedenti e senza un motivo apparente.

Carrie si ritrova a dipendere in tutto e per tutto dalle attenzioni di Aidan, scervellandosi per giorni sul possibile significato di un’emoji e reagendo con indifferenza ad un tradimento. La vecchia Carrie, al contrario, avrebbe indossato le sue Manolo Blahnik e sarebbe uscita a bere un cosmopolitan con le amiche. Ora è disposta ad aspettare un uomo per cinque lunghi anni, accontentandosi delle briciole che lui è disposto a darle e senza battere ciglio. Questo spin off avrebbe dovuto dimostrare che si può essere felici anche a cinquant’anni senza tradire chi siamo o chi siamo state, ma il risultato sembra dimostrare l’esatto opposto.

Ad essere profondamente in And Just Like That cambiato è anche il personaggio di Aidan. Descritto per anni come l’uomo perfetto, colui che una parte di pubblico ha sempre definito la “scelta giusta” di Carrie, si rivela essere più problematico di Mr. Big e l’unica a non averla capito è la nostra protagonista.

Ma dove sono finite proprio loro, le amiche che una volta avrebbero rimesso la nostra Brashaw in carreggiata? Sono tutte troppo impegnate con le proprie vite.

Miranda ha passato le ultime stagioni a riscoprire la sua sessualità e a godersi la vita da single, scopriremo nelle ultime puntate se quella con Joy sarà solo l’ennesima parantesi o una possibile relazione stabile.

Seema, che ricorda molto il personaggio libertino e indipendente di Samantha, non sembra avere un verso percorso prestabilito. Si diverte con gli uomini che incontra e cerca di ritagliarsi uno spazio come figura di riferimento nel settore immobiliare.

Abbiamo poi Lisa, madre di famiglia che si scopre interessata a Marion, montatore del documentario al quale lei sta lavorando da anni. Lisa si trova divisa tra una grande attrazione fisica per un giovane e prestante ragazzo che condivide i suoi interessi e le responsabilità dell’essere un’impeccabile madre di famiglia.

In sintesi, è evidente quanto l’amicizia non sia più una componente chiave della narrazione e in And Just Like That abbia lasciato spazio all’egocentrismo.

L’unica che sembra aver avuto la vita che aveva sempre desiderato è Charlotte ed è anche l’unica che sembra voler ancora aiutare sinceramente le proprie amiche a risolvere i loro problemi. Sposata con Harry da più di vent’anni, gestisce un’importante galleria d’arte a Manhattan e cresce due splendide figlie mentre si occupa di Elizabeth Taylor e Richard Burton (i suoi due adorati cagnolini).

A seguito della scoperta del cancro alla prostata che ha colpito Harry, il mondo perfetto di Charlotte sembra crollare insieme alle sue certezze. I litigi di Carrie con il vicino a causa del rumore dei tacchi sul parquet e l’organizzazione del glamping (una sorta di campeggio per ricchi) mensile non sembrano più così importanti. Ma lo showrunner della serie, Michael Patrick King, non ha perso te ha rassicurato i fan a pochi giorni dall’uscita dell’episodio, promettendo che Harry continuerà a far parte della serie ancora per molto e il risvolto sarà positivo.

In questo dettaglio, in questa ultima dichiarazione, risiede tutto il problema di questa serie: la mancanza di suspense, di quel famoso “voler sapere come andrà a finire”.

Non c’è più nessun brivido, nessuna possibilità di sbagliare o lasciarsi travolgere dall’imprevedibilità della vita e come diceva qualche anno fa la nostra eroina dai capelli biondi… Sono gli errori a determinare il nostro destino. Senza quelli, che senso avrebbe la nostra vita?

Senza tutto quello che ha reso Sex and the City l’iconica serie che abbiamo amato per anni, che cosa stiamo ancora aspettando da And Just Like That,se non di essere nuovamente delusi?