Blanche Monnier: rinchiusa per 25 anni dalla sua famiglia

La terrificante storia di Blanche Monnier, la donna francese rinchiusa in una soffitta per 25 anni dalla sua stessa famiglia

Blanche Monnier
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La terrificante storia di Blanche Monnier

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Una delle storie più scioccanti della cronaca nera francese di fine Ottocento è quella di Blanche Monnier, una giovane donna di buona famiglia che fu segregata in una soffitta per 25 lunghi anni, punita per essersi innamorata dell’uomo sbagliato. Il caso, venuto alla luce solo nel 1901 grazie a una lettera anonima, suscitò indignazione e clamore in tutta la Francia. Ecco la drammatica vicenda.

Blanche Monnier nacque nel 1849 in una benestante famiglia borghese francese. Suo padre, Charles‑Émile Monnier, era preside della Facoltà di Lettere ed era considerato un membro influente dei circoli artistici locali. La madre, Louise Monnier, era nota per il suo impegno nelle attività caritatevoli e il suo status sociale nella buona società.

Tuttavia, dietro questa facciata rispettabile, la famiglia nascondeva un orribile segreto destinato a rimanere tale per oltre due decenni.

All’età di 27 anni, Blanche si innamorò di Victor Calmiel, un avvocato della classe operaia che, secondo i rigidi standard sociali della madre, non era un partito adatto. Calmiel era descritto come “al verde“, e la madre si oppose con forza alla relazione. Quando Blanche rifiutò di porvi fine, ribellandosi apertamente alla volontà materna, Louise reagì con inaudita crudeltà.

Nel 1876, con la complicità del figlio Marcel, la madre decise di rinchiudere Blanche in una soffitta della loro casa di famiglia, situata in Rue de la Visitation (oggi Rue Arthur Ranc), privandola di ogni contatto umano, della luce del sole e di qualsiasi dignità.

Blanche Monnier visse per oltre 25 anni in condizioni disumane: legata a un materasso sudicio, al buio, circondata dai propri escrementi e nutrendosi solo di scarti. Non ebbe accesso a servizi igienici né a cure mediche, e venne completamente dimenticata dal mondo esterno.

La famiglia, per coprire il crimine, raccontò ai conoscenti che Blanche era partita per studiare all’estero. Nessuno sospettò nulla, fino a quando un evento inatteso cambiò tutto.

Nel maggio del 1901, una lettera anonima arrivò sulla scrivania del Procuratore generale di Parigi. Il contenuto era sconvolgente:

Signor Procuratore Generale, ho l’onore di informarla di un fatto di eccezionale gravità. Parlo di una zitella che è rinchiusa in casa di Madame Monnier, mezza morta di fame e che vive su una lettiera putrida da venticinque anni, in una parola, nella sua stessa sporcizia.

Le autorità si precipitarono nell’abitazione della famiglia e furono accolte da un odore nauseante proveniente dal piano superiore. Una soffitta chiusa con un lucchetto attirò la loro attenzione.

Quando la aprirono, si trovarono davanti una scena da incubo: Blanche Monnier , ormai 52enne, nuda, pesantemente denutrita (pesava appena 24 kg), con i capelli lunghi e incolti, giaceva su un materasso marcio circondata da escrementi, cibo avariato e insetti. Non vedeva la luce del sole dal 1876.

A seguito della scoperta, Louise Monnier venne arrestata ma morì di infarto appena quindici giorni dopo. Marcel Monnier, il fratello di Blanche, fu inizialmente condannato a 15 mesi di prigione, ma successivamente assolto: la sua condotta fu giudicata non punibile a causa della sua presunta instabilità mentale.

Blanche Monnier venne trasferita in un ospedale locale, dove le furono diagnosticate varie patologie, tra cui anoressia nervosa, schizofrenia, esibizionismo e coprofilia. Purtroppo non si riprese mai del tutto e trascorse il resto della sua vita in un istituto psichiatrico. Morì nel 1913, all’età di 64 anni.

Terriicante.