Parla Elliot Page
Seguiteci sempre anche su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp!
Juno, il film cult del 2007 diretto da Jason Reitman e scritto da Diablo Cody, continua a essere considerato uno dei film di formazione più amati degli anni 2000. Tuttavia, la sua star, Elliot Page, ha recentemente riflettuto criticamente su una battuta omofoba contenuta nel montaggio finale, esprimendo rammarico per averla recitata.
Il film racconta la storia di Juno, una giovane liceale che rimane incinta dopo un rapporto con il suo amico Paulie, interpretato da Michael Cera. Inizialmente intenzionata ad abortire, Juno cambia idea dopo l’incontro con un gruppo pro-life fuori dalla clinica e decide di portare a termine la gravidanza per dare il bambino in adozione.
La ragazza viene così in contatto con una coppia più adulta, Vanessa (Jennifer Garner) e Mark Loring (Jason Bateman), desiderosa di diventare genitore. Se Vanessa si dimostra fin da subito molto coinvolta, Mark appare più distaccato ma condivide con Juno una forte passione per la musica, instaurando con lei un rapporto ambiguo.
È proprio durante una di queste conversazioni tra Juno e Mark che emerge la battuta oggi contestata. Mentre i due discutono dei possibili nomi per il bambino, Mark riferisce che Vanessa apprezza il nome Madison. Juno, con tono sprezzante, risponde:
Madison? Aspetta, aspetta un attimo… Non è un po’ gay?
Una battuta che, come ha ammesso Page in un’intervista rilasciata a Bustle nel 2017, non è affatto invecchiata bene.
Non era qualcosa che avevo capito del tutto all’epoca, ma ovviamente ora che sono più grande sì – ha dichiarato l’attore, diventato un punto di riferimento per la comunità LGBTQ+ dopo il suo coming out come uomo transgender.
Elliot Page ha poi aggiunto:
Moltissimi film che amavo da bambino sono pieni di omofobia, transfobia e bifobia, e non lo giustifico in alcun modo
Nel corso dell’intervista, Elliot Page ha spiegato di essersi rifiutato di recitare quella stessa battuta durante una lettura del copione organizzata da Planned Parenthood, sottolineando l’importanza di una maggiore rappresentanza a Hollywood.
Nella sua autobiografia Pageboy, pubblicata dopo il coming out, Elliot Page ha inoltre raccontato i sentimenti complessi legati al successo ottenuto grazie a un ruolo femminile, dichiarando di essersi sentito “incastrato” in quell’identità.
Che ne pensate?