Avvenne nel 1974: la professione del defunto faraone Ramses II – di fatto, una mummia -venne indicata sul passaporto come “re (deceduto)”
Surreale la decisione del governo egiziano, adottata nel 1974, di fornire un passaporto a Ramses II – ossia, alla sua mummia – per permettergli di viaggiare in Francia, dove la salma doveva essere sottoposta a delicate operazioni di restauro. Per rendere il tutto legale, venne creato un documento simile a quello che vedete qui (questa è una ricostruzione artistica).
Un’operazione surreale, specie se si pensa che venne messa in atto tremila anni dopo la morte del famoso faraone, nel 1213 a.C.. circa. Ramses II viene ricordato ancora oggi come uno dei più potenti faraoni dell’antico Egitto, simbolo di splendore di quell’epoca e di quel popolo, su cui regnò per oltre 70 anni – tantissimo, per quei tempi.
Credits: HeritageDaily
La sua mummia venne riscoperta dagli archeologi nel 1871 e si trova esposta al momento al Museo Nazionale della Civiltà Egiziana. Quando la si dovette trasportare in Francia negli anni ’70 sul passaporto la professione del sovrano venne indicata, in piena surrealtà , appunto come quella di “re” con la specificazione tra parentesi: deceduto. C’era anche la data di nascita: 1303 a.C..
L’espediente venne adottato per venire incontro alle leggi internazionali, che tecnicamente richiedono documenti legali per varcare i confini. Ma fu anche un modo per gli egiziani di celebrare l’eredità e la potenza di questo antico regnante, facendo incontrare il suo retaggio mitico con la moderna burocrazia.