Durante la sua partecipazione al Karlovy Vary Film Festival, dove ha ricevuto il prestigioso Crystal Globe e presentato il film Sentimental Value, l’attore svedese Stellan Skarsgård ha condiviso riflessioni profonde sulla sua carriera, il rapporto controverso con alcuni registi iconici come Ingmar Bergman e Lars von Trier, e il delicato equilibrio tra arte e vita personale. L’attore ha raccontato il suo complicato rapporto con il cineasta svedese dicendo:
Il mio rapporto complicato con Bergman ha a che fare con il fatto che non era una persona molto simpatica. Era un bravo regista, ma si può ancora etichettare una persona come uno stronzo. Probabilmente anche Caravaggio era uno stronzo, ma dipingeva benissimo.
L’attore ha definito Bergman un uomo manipolatore, ricordando anche la sua controversa simpatia per il nazismo:
Era un nazista durante la guerra e l’unica persona che conosco che abbia pianto quando Hitler è morto. Continuavamo a giustificarlo, ma ho la sensazione che avesse una visione molto strana degli altri. Pensava che alcune persone non valessero nulla. Lo si percepiva, quando manipolava gli altri. Non era gentile.
Stellan Skarsgård era in città per presentare Sentimental Value, film in cui interpreta Gustav, un regista in declino che tenta di riallacciare i rapporti con le figlie, offrendo a una di loro un ruolo nel suo film di ritorno.
Questo regista non è un gran padre. Ho iniziato a pensare ad altri registi che conoscevo e poi ho pensato: ‘Non farlo, non devi farlo. Guarda te stesso, invece’. Sono un artista, e a volte sono un buon padre, a volte non tanto. Siamo tutti imperfetti. Puoi essere un buon genitore, ma non perfetto, e comunque verrai accusato di qualcosa dai tuoi figli.
Il film, premiato con il Gran Premio di Cannes, è in lizza per l’Oscar.
Conosco questo mondo; so quanto sia breve quella fottuta fama. Ma è divertente farsi sorprendere da se stessi. Io mi sorprendo – da me stesso – ed è divertente. Morirò presto, quindi devo prendermi cura dei momenti che mi restano.
Durante una masterclass, Stellan Skarsgård ha ripercorso alcuni dei momenti più importanti della sua carriera, ricordando i suoi esordi umili, la partecipazione al film L’insostenibile leggerezza dell’essere e il grande successo ottenuto con Le onde del destino di Lars von Trier:
Avevo visto i primi film di Lars, ed erano estremamente freddi. Non mi avevano toccato. Se n’era accorto lui stesso, ecco perché ha fatto tutta la storia del Dogma. Si è tolto i suoi strumenti. L’ho letto e ho pensato: ‘Oh cavolo, finalmente una storia d’amore in cui posso riconoscermi’. Parla dell’essenza dell’amore. Della purezza dell’amore.
Ricorda con affetto anche il regista danese:
Lars era così timido. Disse: ‘Non mi piace il contatto fisico’, e io lo abbracciai, ovviamente. Poi lo lasciai andare e tornò normale. Fu l’inizio di una bellissima amicizia.
Helena Bonham Carter era stata inizialmente considerata per il ruolo poi interpretato da Emily Watson.
Dissi a Helena Bonham Carter: ‘Se sei intelligente, lo farai’. E lei rifiutò! Non voleva stare nuda con uno strano regista danese che non conosceva, e con uno strano attore svedese che non conosceva. La vidi più tardi, a Cannes, e la guardai. Disse: ‘Lo so! LO SO’!
Stellan Skarsgård ha collaborato con von Trier anche in Dancer in the Dark, Dogville e Melancholia, spesso affiancato dal figlio Alexander.
Ho già lavorato con lui quando aveva 7 anni, e con l’altro mio figlio Gustav. La gente vuole che facciamo qualcosa insieme – beh, mostrami qualcosa! Non si inventano niente di buono, a parte un’idea di marketing.
Ha commentato anche la controversa conferenza stampa di von Trier a Cannes, dove il regista fu etichettato come “persona non grata” dopo una battuta mal riuscita.
Tutti in quella stanza sapevano che non era un nazista, che era il contrario, eppure lo usavano tutti come titolo. E poi chi leggeva solo i titoli pensava che fosse un nazista. Raccontava solo una brutta barzelletta. Lars è cresciuto con un padre ebreo e quando sua madre stava morendo, gli disse che non era il suo vero padre. Era il suo capo, che era tedesco.
Stellan Skarsgård ha difeso von Trier dalle accuse di misoginia:
Non è un misogino. Il vero protagonista sono i i ruoli femminili.
Ha poi ricordato con ironia la proposta ricevuta dal regista per Nymphomaniac:
Amo quell’uomo, amo il suo lavoro, e questo non significa che sia d’accordo con tutto quello che fa. Nemmeno tu sei d’accordo con tutto quello che fa tua moglie. [Prima di Nymphomaniac] mi ha chiamato dicendomi: ‘Il mio prossimo film sarà un porno’. Gli ho risposto: ‘Ok, Lars’. Ha aggiunto: ‘E voglio che tu sia il protagonista, ma non mostreremo il tuo pene fino all’ultimo momento. E sarà molto flaccido’.