“Ho fatto da spugna, ho assorbito tutto” dice oggi Johnny Depp, tornando sul processo contro Amber Heard e sul significato che ha avuto per la cultura moderna e l’industria dello spettacolo americana
Johnny Depp torna sul controverso processo contro Amber Heard, uno dei grandi eventi del decennio – specie per quanto riguarda Hollywood – che ha raccolto varie tensioni interne all’industria anche legate alle istanze sollevate dal movimento #MeToo. Sappiamo com’è andata a finire: Depp ha vinto, Heard ha perso e per molti questo ha chiuso la questione.
Oggi, parlando al Sunday Times, l’attore torna sulla questione col cuore più leggero, commentando a posteriori: “Senti, [la diatriba con Amber] era andata troppo in là. Sapevo che avrei dovuto semi-sventrarmi. Tutti dicevano: ‘Passerà!’, ma non potevo contare su questo. Che cosa passerà? La finzione svenduta attorno a tutto il cazzo di mondo? No che non lo farà”.
“Se non cerco di rappresentare la verità, sarà come se io avessi davvero commesso gli atti di cui sono accusato. E i miei figli ci dovranno convivere. I loro figli [anche]. I bambini che ho incontrato in ospedale” dice Depp, sui suoi sentimenti di allora. “Perciò, la notte prima del processo in Virginia, non ero nervoso. Se non devi imparare le battute, se stai solo dicendo la verità? Lancia i dadi”.
“Combatterò fino alla fine. E se finisco a pompare benzina? Va bene, l’ho già fatto prima”. Johnny Depp sostiene poi di essere stato un “manichino da crash test [crash test dummy] per il movimento #MeToo” e sostiene: “Ho fatto da spugna, ho assorbito tutto. E così ho voluto per le centinaia di persone che ho incontrato in quella industria, per vedere chi [davvero] non correva rischi”.
