Un particolare dello storico cult di John Carpenter che ancora non ha trovato una spiegazione chiara: ecco cosa non torna in Fuga da New York
Fuga da New York (Escape from New York, 1981) è un film che di certo non ha bisogno di presentazioni. L’inossidabile Snake Plissken (“iena” nella versione italiana) viene spedito nella futuristica città di New York, trasformata nel 1997 di questa realtà in un enorme area penitenziaria dove i criminali sono abbandonati a sé stessi. E ovviamente regnano violenza e anarchia.
Il compito di Snake (Kurt Russell) è individuare e riportare a casa il Presidente degli Stati Uniti, il cui aereo è disgraziatamente precipitato proprio lì. E poi, appunto, mettersi in “fuga” con lui. Piccolo particolare, irrilevante per noi italiani abituati al doppiaggio ma significativo per gli americani: l’interprete del presidente, Donald Pleasence, era inglese.
Per quanto Pleasence fosse perfetto nel ruolo, agli spettatori dell’epoca non sarà sfuggita la differenza d’accento. Ed è una cosa che non torna: come può un britannico diventare presidente U.S.A.? Bé, lui stesso s’era inventato tutta una backstory che coinvolgeva una conquista dell’America da parte di Margaret Tatcher.
In questa realtà alternativa, nel futuro di Fuga da New York, un inglese poteva quindi essere messo a capo della nuova (o vecchia) colonia. Una spiegazione convincente ma poco utile alla trama e al ritmo di quello che è in fondo un film d’azione. E infatti il regista John Carpenter, nel suo pragmatismo, decise semplicemente di glissare su questo dettaglio.
Nel film, quindi, non viene fornita alcuna spiegazione sul perché il POTUS sia inglese; ma d’altra parte spiegarlo avrebbe rallentato inutilmente la storia. Senza poi contare che, nella versione originale, la differenza d’accento sottolinea la natura della realtà distopica in cui ci troviamo, nella quale niente è quello che sembra e le cose non sono “normali”.
Fonte: ComicBook
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