Scorsese non va più al cinema a vedere film: ecco perchè

Il celebre critico cinematografico Peter Travers ha rivelato il motivo per cui Martin Scorsese non guarda più film in saga

Martin Scorsese
Credits: Jimmy Kimmel Live / YouTube
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La decisione di Martin Scorsese

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Il celebre critico cinematografico Peter Travers, volto storico di Rolling Stone e per anni presenza fissa ad ABC e Good Morning America, ha recentemente annunciato il suo ritiro dal piccolo schermo per lanciare un nuovo progetto personale: The Travers Take, un blog interamente dedicato alla sua visione del cinema. Un nuovo capitolo per una figura che da oltre 40 anni ha raccontato e analizzato il mondo del grande schermo.

Nel corso della sua lunga carriera, Travers ha intervistato decine di registi, ma il legame più profondo è senza dubbio quello con Martin Scorsese. Le loro conversazioni si sono trasformate spesso in incontri intimi, quasi confessionali. In uno di questi scambi recenti, il regista di Taxi Driver ha condiviso un pensiero sorprendente: non guarda più film al cinema. Alla domanda diretta di Travers sul perché abbia smesso di frequentare le sale, Scorsese ha risposto senza mezzi termini.

Ho chiesto al maestro perché non vedesse più i film al cinema e lui si è infuriato contro il pubblico che chiacchiera al telefono durante il film, se ne va per ordinare snack e bibite e mantiene un volume di rumore tale da coprire gli attori. Dai, Marty – ho detto – da bambini non riuscivamo a tenere la bocca chiusa. I suoi occhi si sono incupiti. Sì, forse – ha ammesso – ma quando parlavamo era sempre del film e del divertimento che ci facevamo a rimuginare sui dettagli.

Una testimonianza che mette in luce una verità sempre più diffusa: l’esperienza cinematografica condivisa sta cambiando. L’atmosfera sacra delle sale buie è spesso interrotta da schermi accesi, conversazioni fuori luogo e comportamenti irrispettosi che distraggono e compromettono il coinvolgimento.

Scorsese, del resto, oggi può permettersi di rinunciare ai multisala. Nella sua casa a schiera a New York, interamente ispirata al cinema, ha una sala proiezioni privata dotata di maxischermo, poster vintage, cimeli rari e una vasta cineteca. Al quinto piano ha anche uno studio con un secondo impianto di proiezione, usato per restaurare e rivedere film nella massima qualità possibile.

Dal 2007, questo spazio rappresenta per lui un rifugio creativo, dove si dedica alla curatela dei classici e alla visione di opere contemporanee. È probabile, infatti, che abbia visto e apprezzato da lì film recenti come TÁR, Pearl, Nosferatu, Hereditary e I Saw the TV Glow.

E in fondo, chi può biasimarlo? Sempre più persone segnalano un calo della qualità dell’esperienza in sala. L’uso compulsivo dello smartphone e la scarsa attenzione verso il comportamento collettivo hanno trasformato la visione al cinema in una sorta di scommessa: non sai mai se riuscirai davvero a goderti il film o se verrai interrotto da notifiche, chiacchiere e rumori di popcorn.

Per uno come Scorsese, che considera il cinema una forma d’arte sacra, l’idea che un display luminoso rovini l’oscurità della sala equivale a un sacrilegio.

Che ne pensate?