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Pochi giorni dopo aver assicurato di aver “chiuso” con l’anti-semitismo, Kanye West si lancia in difesa di Diddy
Kanye West proprio non riesce a stare lontano dalla polemica. Sono passati solo pochi giorni da quando, su X, chiedeva scusa per le sue passate uscite antisemite – cosa da molti collegata alla sparatoria in America che ha lasciato uccisi due dipendenti dell’ambasciata israeliana di Washington – ma ora eccolo balzare in un altro contesto critico.
Quello cioè del processo contro Diddy, che Kanye chiama con il suo vecchio nome d’arte Puff Daddy e difende a spada tratta via social, asserendo: “Vorrei che Cudi non avesse testimoniato contro Puff, non dobbiamo essere rinchiusi in sistemi bianchi, prego per Puff e la sua famiglia, prego per Puff Daddy e la Famiglia [l’etichetta Bad Boy Records]”.
La testimonianza di Kid Cudi – alias di Scott Mescudi, rispettato cantante e artista rap/R&B – ha fornito una descrizione degli eventi che l’hanno visto coinvolto quando Sean Combs avrebbe dato fuoco alla sua macchina (secondo Cudi) per via della frequentazione tra lui e Cassie Ventura. Cudi ha descritto Diddy come un “villain della Marvel”.
Nel frattempo il processo prosegue e le testimonianze da varie parti accusano Diddy di comportamenti sregolati e di pratiche sessuali perverse, in quello che si presenta come il più eclatante e memorabile declino pubblico di un artista famoso da parecchi anni a questa parte. E siamo ancora solo all’inizio.