Frankenstein: tutti i film dal 1931 ad oggi

Un excursus su tutta la storia cinematografica di Frankenstein, una delle icone più famose di sempre

Frankenstein
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A cura di Monica Rovati Trombin

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Dopo tre anni di silenzio torna finalmente con Frankenstein il genio del dark fantasy Guillermo del Toro.

Un ritorno parecchio atteso da tutti gli appassionati, in quanto il regista ha da sempre viziato il mondo del cinema con prodotti di altissimo livello. Motivo per cui, da quando è stato reso noto nelle ultime ore il trailer del suo nuovo film, al Tudum 2025 di Netflix, il web è letteralmente impazzito.

Del Toro insieme a Netflix riporterà infatti al cinema le leggendarie vicende di Frankenstein, forse il mostro più famoso di sempre, e la pellicola dovrebbe uscire al cinema e poi in streaming questo stesso inverno.

Nel film ritroveremo Oscar Isaac nel ruolo del Dottor Frankenstein e Jacob Elordi in quelli della Creatura. A completare il cast stellare ci sono poi Mia Goth, Christoph Waltz, Charles Dance, David Bradley, Lars Mikkelsen, Felix Kammerer e Ralph Ineson.

Questa versione alla del Toro dovrebbe portare sul grande schermo il mito classico di Mary Shelley, un racconto che parla dunque di umanità, identità, isolamento e creatività, con un mostro pensante e sensibile. Un sogno emozionale e autoriale che il regista porta avanti da ben 25 anni e che chiuderà la trilogia personale sulla figura del “padre e figlio” iniziata con i suoi precedenti lavori di Pinocchio e Nightmare Alley.

Ma come si è evoluta la storia di Frankenstein nel corso degli anni?

Le figure dello scienziato pazzo e del suo mostro resuscitato sono tra le più longeve e trasformiste della storia del cinema, e negli anni vari registi e attori hanno interpretato in modo differente l’ambizione umana e la sfida verso i limiti della natura. In ogni epoca la Creatura riflette le paure del tempo, mostrando di conseguenza in modo estremamente diverso la solitudine e il desiderio di essere accettati.

Tra il 1930 e ’40 si parla di un mostro incomprensibile e di una scienza pericolosa.

Nell’arco temporale che va dal 1950 al 1970 il tema dominante è invece il corpo, l’eros e l’orrore della degenerazione.

Gli anni ’90 e 2000 sono invece quelli dell’etica scientifica e della creazione, fino al 2010 quando si passa a parlare del trauma, dell’identità e della disumanizzazione.

Nel 2025 si dovrebbe invece aprire una nuova era, con un Frankenstein e una Creatura molto più umani: si parlerà infatti di paternità mancata, rifiuto e dignità umana.

Tutti i film su Frankenstein, dal 1931 ad oggi:

La prima versione arrivata al cinema, nonché tuttora una delle più celebri, è quella di Boris Karloff del 1931 Al di là del mistero (The House of Frankenstein), per la regia di James Whale.

Il film capostipite del genere e dell’era d’oro di Universal, è una versione horror gotica della storia, con un sottotesto drammatico e tragico, con una Creatura che è di fatto più vittima che mostro. Ancora oggi quando pensiamo all’essere mostruoso lo immaginiamo nella versione iconica di Karloff, fatta di bulloni fissati al collo, una fronte altissima, movimenti lenti ed infantili, come un bambino che deve reimparare a vivere.

Negli anni ’50 la storia viene rilanciata dalla Hammer Film Productions per la regia di Terence Fisher, con l’attore Peter Cushing nel ruolo di Victor Frankenstein e Christopher Lee in quella del temibile mostro. In questa trasposizione, che prende il titolo de La maschera di Frankenstein, l’avventura vira verso una chiave perversa e splatter, con personaggi più sensuali e sadici. Il film ebbe un enorme successo, tanto da fare iniziare una cospicua lista di seguiti interpretati dalla coppia Cushing-Lee.

Ma l’adattamento forse più famoso a livello mainstream è quello di Young Frankenstein del 1974 di Mel Brooks, un film fedele al bianco e nero e allo stile anni ‘30.

La pellicola è un capolavoro comico parodico dalle vibes pop, con un’indimenticabile Marty Feldman nei panni dell’aiutante Igor e un’eccezionale Gene Wilder nel ruolo dello scienziato pazzo. Il suo “si può fare” riecheggia ancora oggi nella nostra memoria, come altre memorabile scene passate alla storia.

Non è forse un caso che sulla scia della parodia, proprio l’anno seguente, uscirà un’ambigua, depravata, stramba ma iconica rivisitazione della storia: un musical basato su un omonimo spettacolo teatrale che dopo poco diventerà il cult che noi tutti oggi conosciamo come The Rocky Horror Picture Show.

Il protagonista del film, il Dr. Frank-N-Furter, è deliberatamente ispirato allo storico personaggio del Dr. Frankenstein e il suo servitore, il factotum Riff Raff, è ovviamente la copia di Igor (compreso di gobba). In questa squinternata trasposizione, due fidanzati malcapitati finiscono nel castello di uno scienziato pazzo, proprio mentre sta ultimando il suo esperimento per infondere la vita ad una creatura: Rocky Horror. Diversamente da quanto aveva abituato il cinema fino a quel momento, in questa versione il mostro viene invece raffigurato come creatura perfetta, quasi un adone sovrannaturale, che ovviamente si innamora subito della forestiera, scatenando le ire di gelosia del dottore.

Si arriva poi al 1994 con l’uscita di Mary Shelley’s Frankenstein, una variante diretta ed interpretata da Kenneth Branagh nel ruolo del dottore e con nientepopodimeno che Robert De Niro nei panni della Creatura. Questo fu sicuramente un adattamento parecchio ambizioso, dall’approccio realistico e particolarmente psicologico. Una variante sicuramente molto fedele al romanzo originale, di cui ne esplora drammaticamente il dolore, la vendetta e la responsabilità scientifica, ma ahimè meno fortunata a livello di botteghino.

Ci avviciniamo poi a tempi più moderni, con la prima comparsa dei leggendari personaggi in un film in realtà dedicato ad un’altro omonimo eroe dei romanzi gotici. Stiamo ovviamente parlando di Van Helsing, il film con Hugh Jackman del 2004, che omaggia La casa degli orrori (House of Dracula del 1945) ma allo stesso tempo anche il film Al di là del mistero (House of Frankenstein).

In questa particolare versione Igor e lo scienziato vengono aiutati da Dracula per riuscire nella creazione della celeberrima creatura. In seguito si scoprirà che il Conte vuole in realtà per sé il mostro, così da poter dare vita ai suoi abominevoli figli. Solo dopo la morte di Frankenstein stesso farà la sua comparsa Van Helsing, giunto in Transilvania per uccidere il suo antagonista Dracula.

Facciamo un salto temporale di qualche anno per passare a Victor Frankenstein – La storia segreta del dott. Frankenstein del 2015, per la regista di Paul McGuigan. In questa nuova resa troviamo due beniamini del cinema fantasy contemporaneo: James McAvoy e Daniel Radcliffe, il primo volto dello scienziato, il secondo nel ruolo dell’assistente Igor.

L’aspetto interessante di questa riscrittura della storia, è che le vicende sono descritte interamente dal punto di vista di Igor ed è una sorta di prequel rispetto la creazione vera e propria del mostro. La pellicola racconta infatti solo dell’incontro tra il dottore e l’aiutante, degli amori, degli inganni e di come decidono di arrivare ad assemblare la Creatura, relegando l’essere innaturale in un ruolo di secondo piano, dato che in realtà prende vita solo alla fine del film.

Da questo punto in poi, tra citazioni e decostruzioni, affiorano innumerevoli apparizioni di Frankenstein e della Creatura in film d’animazione, in horror trash, serie tv, anime e fumetti.

La prima da ricordare è quella di Frankenweenie del maestro Tim Burton, un’incredibile adattamento in bianco e nero in stop motion, che fu persino candidato ai premi Oscar del 2013 come miglior film d’animazione. In questa versione Victor Frankenstein è un ragazzino appassionato di cinematografia e scienza che un giorno, dopo la morte del suo amatissimo cagnolino Sparky, riesce a resuscitare l’animale prendendo spunto dagli esperimenti galvanici imparati a scuola dal suo insegnante di scienze. Una tenera e innovativa interpretazione del mito della Shelley, che insegna che la scienza non è fatta solo di “testa e scoperte” ma soprattutto di “cuore e amore”.

Degna di citazione è anche la versione incarnata in Penny Dreadful, serie tv trasmessa dal 2014 al 2016, con protagonista l’ipnotica Eva Green.

Lo show si ispira alla serie di fumetti de La Lega degli Straordinari Gentlemen, che rivisita i grandi romanzi della letteratura vittoriana riproponendo i villain più emblematici tutti riuniti in un gruppo alla Justice League dell’epoca.

In questo inedito punto di vista, Victor Frankenstein vive nello stesso periodo storico di Dorian Gray, Dr. Jekyll, il Conte Dracula, Van Helsing e una serie di licantropi, streghe e vampiri. Esiste anche la Creatura, che in questa serie tv porta avanti un’esistenza propria, mentre il suo creatore continua la missione di resuscita corpi morti. Ognuno di questi villain si rapporta tra loro e insieme sono alle prese con l’alienazione mostruosa nell’allora Londra vittoriana.

Nel 2014 c’è stata in realtà un’ulteriore ricostruzione della storia di Mary Shelley, I, Frankenstein, che però fu stroncato immediatamente sia dalla critica che dagli spettatori e affezionati del mito immortale. In questa omonima pellicola il protagonista è solo ed esclusivamente il fatidico mostro: capiamo sin da subito che la Creatura è stata assemblata dal Dr. Frankenstein, ma di lui non sappiamo nient’altro, in quanto muore sin da subito e ben presto si perdono anche i suoi esperimenti, per poi essere ritrovati in un secondo momento e diventare il fulcro della trama. Alla Creatura si intrecciano invece storie di demoni e di Gargoyle, in una guerra segreta in atto da secoli tra l’esercito di Dio e quello di Lucifero.

Giungiamo poi ai nostri giorni con la vera rinascita del mito, grazie alla visione gotica e drammaticamente emotiva di Guillermo del Toro di Frankenstein, un regista noto per raccontare storie di mostri empatici e di mondi visivamente onirici.

Dai pochi indizi che abbiamo il film non sarà un horror tradizionale, ma più una versione tragica e umana sul concetto di “diverso amato – non amato” e del rapporto padre – figlio, il tutto intensificato da una colonna sonora orientata alla lirica anziché alla suspence spaventosa.

Dovrebbe inoltre mostrare Victor Frankenstein come colui che crea la vita ma che allo stesso tempo la respinge; al suo contrario la Creatura sarà rappresentata come un essere che cerca solo un posto nel mondo e qualcuno che lo ami, senza segni di mostruosità caricaturale. Sarà una Creatura con la pelle verdastra, cicatrici cucite, capelli lunghi e occhi malinconici; un modello sì originale ma che allo stesso tempo riprende anche spunti dall’immaginario collettivo.

Nel complesso sembra che forse l’interpretazione di del Toro darà vita ad una delle versioni di Frankenstein che ameremo di più.

Ora tocca a voi, qual è la vostra rappresentazione preferita di Frankenstein al cinema?