Chiara Ferragni e la bambola Trudi, l’associazione no-profit: “Non sappiamo chi sia”

Chiara
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Nuovo scandalo su Chiara Ferragni, che riguarda una bambola Trudi venduta per beneficienza ma i cui ricavati non sembrano essere giunti a destinazione

Non c’è pace per Chiara Ferragni: l’imprenditrice è coinvolta in uno scandalo dietro l’altro dopo lo scoppio del Pandoro-Gate. L’ultimo è quello che riguarda la bambola Trudi Limited Edition con le sue fattezze in vendita tuttora su Amazon al prezzo di 34,99 euro. Un’altra iniziativa volta alla beneficienza.

L’idea risale al 2019, quando la Ferragni disse: “Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio [con Fedez], abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte. Si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp Out Bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore”.

Tbs Crew, la società di Chiara Ferragni, confermò di fronte al sold out della bambola che il ricavato sarebbe stato devoluto in beneficenza ma soltanto però per quel che riguardava: “Le vendite fatte sul canale eCommerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi”. Ossia, per esempio, non le vendite da Amazon.

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Detto questo, pare che i soldi di questa beneficenza non siano mai giunti a destinazione. Una tale Ross Ellis, CEO dell’associazione no-profit, è stata interpellata al riguardo da Zona Bianca, il programma di Rete 4, e ha affermato: “Non sappiamo chi sia questa donna e non abbiamo mai ricevuto una donazione“. La Ellis ha chiesto di non essere più contattata, e la Ferragni ha asserito di voler “fare luce sull’episodio solo di fronte alle autorità competenti”. Come si evolverà quest’altro caso?

Fonte: Virgilio

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