Caso Ferragni-Balocco, l’azienda risponde a Codacons

Balocco ha risposto alle accuse del Codacons relative al caso del pandoro creato insieme a Chiara Ferragni

chiara ferragni
Credits: Instagra/Chiara Ferragni
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Continua la bagarre attorno a Chiara Ferragni e alla Balocco nel caso relativo all’ormai celebre pandoro. Come saprete, qualche giorno fa l’influencer è stata indagata per truffa aggravata dalla minorata difesa [Una formula tecnica che considera il consumatore che ha acquistato il pandoro in una posizione di “minore difesa” NDR] insieme Alessandra Balocco, presidente e amministratore delegato della società che produce il pandoro incriminato (qui tutti i dettagli).

Il Codacons si è immediatamente espresso sul caso chiedendo il rimborso alle aziende coinvolte di una cifra relativa alla differenza di prezzo tra il normale pandoro e quello brandizzato Ferragni (qui i dettagli). Balocco ha tuttavia risposto spiegando i motivi della maggiorazione del costo.

La differenza di prezzo pari a 5,69 euro esistente tra il pandoro ‘normale’ Balocco (3,68 euro) e quello ‘Pink Christmas’ (9,37 euro) sarebbe giustificata dall’impiego di ‘elementi peculiari’. Ovvero il ‘nastro di chiusura’, il ‘sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza’. Nonché una ‘bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro

Il Codacons tuttavia non si è fatta bastare questa risposta ed ha chiesto all’azienda

di fornire tutti i dettagli circa i maggiori costi sostenuti per lo zucchero a velo rosa, per la grafica diversificata, per il nastro di chiusura, così da capire se tali elementi possano giustificare un rincaro di prezzo al pubblico del +154%. Balocco si difende contestando la tesi secondo cui i consumatori sarebbero stati condizionati all’acquisto dall’operazione di beneficenza associata al pandoro ‘Pink Christmas’. Ma né sulla confezione, né sul cartiglio, né tantomeno sul materiale espositivo erano presenti indicazioni relative alla destinazione di una percentuale del ricavato (o di un importo fisso) a favore della ricerca terapeutica.

Balocco avrebbe quindi messo in commercio oltre 360mila pandori ignorando che il cartiglio riportava l’indicazione circa il fatto che la vendita del prodotto avrebbe sostenuto i bambini malati di cancro?”

Con riguardo al contenuto del cartiglio apposto sui Pandori griffati (che riportava: ‘Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato 18 permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing’), si evidenzia che in nessuna parte del messaggio è dato rinvenire che il finanziamento si riferisce a una donazione fatta in cifra fissa e mesi prima. Al contrario, la formulazione lasciava intendere che il reperimento dei fondi per la donazione fosse legato alle vendite del Pandoro griffato.

Non possiamo poi non chiederci dove fosse la Balocco quando Chiara Ferragni pubblicava storie e contenuti sui propri canali social. Dove, chiamando in causa l’azienda, legava le vendite del pandoro alla beneficenza verso i bimbi malati di cancro. E perché la Balocco non abbia mai smentito le errate affermazioni dell’influencer, prendendo le distanze da tale pubblicità ingannevole. E infine perché non abbia mai informato i consumatori che la donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino era già avvenuta mesi prima.”

Ma la vera ‘chicca’ dell’incredibile tesi difensiva della difesa Balocco è l’affermazione secondo cui la campagna natalizia 2022 avviata in collaborazione con Chiara Ferragni è stata deludente. E ha prodotto una perdita in termini di marginalità, motivo per cui nulla è dovuto ai consumatori. Non possiamo che prendere atto della decisione della Balocco di non voler separare le proprie responsabilità da quelle di Chiara Ferragni. E di farsi carico di tutti i comportamenti scorretti emersi nella vicenda del pandoro-gate. A questo punto agiremo formalmente verso l’azienda nelle opportune sedi civili e penali per far risarcire tutti gli utenti lesi dagli illeciti emersi

Che ne pensate?

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