L’allucinante storia di Aron Ralston, l’alpinista rimasto bloccato per 127 ore

Condividi l'articolo

La situazione era disperata. Ralston aveva una quantità limitata di acqua e cibo nella sua zaino, e le possibilità di soccorso erano remote dato che non aveva comunicato chiaramente i suoi piani a nessuno. Le prime ore di isolamento furono estremamente difficili per lui. Aveva poche risorse e sapeva che doveva fare qualcosa per salvarsi.

Dopo giorni di agonia e disperazione, la situazione andava peggiorando: Ralston fu costretto a bere la propria urina, e iniziò ad avere allucinazioni. Giunse quindi a prendere una decisione straordinaria. Con un multi-strumento da escursionista, si amputò il braccio destro sopra il gomito per liberarsi dalla roccia che lo teneva prigioniero.

Dopo essersi liberato, Ralston dovette anche issarsi fuori dal canyon e camminò per diverse ore prima di incontrare una famiglia di escursionisti olandesi che lo soccorse. Tutto finì bene: fu salvato da un elicottero e portato in ospedale, dove venne curato per le ferite e le lesioni quattro ore dopo l’amputazione del braccio. Una storia incredibile di sopravvivenza e coraggio.

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa