Monica Guerritore sta con Pierfrancesco Favino

Monica Guerritore ha dato la sua opinione su quanto detto da PIefrancesco Favino in relazione al film Ferrari

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Monica Guerritore si trova in questo momento a Venezia dove sarà premiata nell’ambito del Women in Cinema Award. Per l’occasione ha rilascato un’intervista a Repubblica dove, tra le altre cose, ha anche parlato della polemica sollevata negli utlimi giorni da Pierfrancesco Favino che aveva criticato la scelta di far interpretare un personaggio italiano, Enzo Ferrari, ad un attore americano, Adam Driver.

C’è un tema di appropriazione culturale, non si capisce perché non io ma attori di questo livello – aveva detto l’attore rivolto ai colleghi nel film Adagio Toni Servillo, Adriano Giannini, Valerio Mastandrea – non sono coinvolti in questo genere di film che invece affidano ad attori stranieri lontani dai protagonisti reali delle storie, a cominciare dall’accento esotico. Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Solo da noi. Ferrari in altre epoche lo avrebbe fatto Gassman, oggi invece lo fa Driver e nessuno dice nulla. Mi sembra un atteggiamento di disprezzo nei confronti del sistema italiano, se le leggi comuni sono queste allora partecipiamo anche noi

Monica Guerritore si è detta sostanzialmente d’accordo con queste parole, parlando dell’importanza della storia italiana.

Difendiamo il cinema italiano, i suoi protagonisti, il mestiere dell’attore. Non dobbiamo generalizzare, ma esistono personaggi con una identità talmente definita che solo ricreandola si può renderli universali, ecco perché sono pienamente d’accordo con Pierfrancesco Favino. Anche io mi sono sentita dire che se avessi affidato il ruolo della Magnani ad una star americana avrei conquistato il mercato mondiale, ma la Magnani non può che essere interpretata da un’attrice italiana. Noi siamo la nostra lingua, i nostri gesti, la memoria condivisa, le nostre intemperanze e la nostra resistenza alle avversità, la nostra energia. Tutto questo ci racconta, non solo una scenografia“.

L’Italia ha grandissimi attori professionisti e Magnani ne è il faro. I suoi personaggi non sono mai frutto dell’improvvisazione ma il risultato di studio, lavoro, intelligenza e fatica. Il mio film vuole raccontare anche questa parte sconosciuta di lei. È stata la prima a difendere il mestiere dell’attore ma il tempo cambiava, il Cinema cambiava, una curva improvvisa che piano piano l’ha emarginata.

Certo, sarebbe bellissimo arruolare nel cast grandi attori americani per interpretare i ruoli di Tennessee Williams, Hal Wallis, Ingrid Bergman che hanno fatto parte della vita di Anna Magnani. Sembra impensabile? Conto sull’amore che il mondo del Cinema americano nutre verso di lei, perché non sperare? Ciò non toglie il fatto che la prima pellicola su Anna Magnani debba essere italiana. Nei cinquant’anni dalla sua scomparsa sarà il tributo dell’Italia e di tutto il suo Cinema alla più grande, la prima a conquistare Hollywood

Che ne pensate di queste parole di Monica Guerritore?

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