Anna Mazzamauro ricorda Paolo Villaggio: “Mai amici”

Parlando con Repubblica, Anna Mazzamauro ha ricordato gli anni trascorsi con Paolo VIllaggio sul set

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Anna Mazzamauro celeberrimo volto della Signorina Silvani nella saga di Fantozzi, in autunno porterà lo spettacolo Come è ancora umano lei caro Fantozzi in giro per l’Italia. Per l’occasione ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica nella quale ha parlato del suo personaggio e di come ha influenzato la sua vita e la sua carriera.

La signorina Silvani ha detto a tutte le donne atipiche: siate convinte di fare innamorare un uomo, le ha incoraggiate. Fantozzi la amava. La Silvani è la mia dannazione e la mia felicità. La Silvani è stata inventato da Villaggio in scrittura, con il “rosso-sesso” dei suoi vestiti. Ho sviluppato il personaggio pensando a come era vestita mia madre, una donna molto intelligente.

La vedevo vestita in maniera strana, gonna, camicetta di seta e maglione sportivo. Portava le scarpe basse, nella borsa teneva quelle col tacco. E non è strano che non abbia un nome di battesimo. Chiedo a teatro: vi siete mai chiesti come si chiama? Bisognerebbe cercare un nome vintage, come un telefono a gettoni. Così viene fuori Genoveffa, Tecla già meglio. Nessuno mi restituirà il dolore della Silvani, considerata sempre mezza scema e mezza donna. Il ruolo ha segnato tutta la mia carriera. La odio e la amo… La possibilità di considerare le donne stronze esiste, ce ne sono, specie nel nostro ambiente. La Silvani per me è una sorta di sorella brutta, o la bella di cui io sono la sorella brutta. C’è una confusione di stati d’animo

Andando avanti con l’intervista Anna Mazzamauro ha poi ricordato Paolo Villaggio, suo compagno di set per molti film scomparso 6 anni fa.

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Era ironico, uno splendido compagno di viaggio. Si preoccupava quando Salce girava le nostre scene: “Luciano, hai ripreso bene Anna?”. Ma in tanti anni non siamo mai diventati amici. Mi spiegò: “Frequento solo attori ricchi e famosi”. Oggi gli avrei detto: “Ma vaff…”, allora, rispettosa, ho taciut». Ma soffriva di invidia a vederlo con Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi: “Perché loro sì e io no?”. La gente mi chiede ancora: “La prego, mi dica che sono una merdaccia, grazie”. Meraviglioso. In fondo un attore è alla ricerca dell’amore. Mi siederei in platea con gli spettatori per vedere lo spettacolo. Ed è bellissimo che, non avendo più venti anni, riesca a ad avere questo rapporto col pubblico

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