Steven Spielberg e “l’effetto squalo” che fece crollare il turismo

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Cosa che ovviamente non è: come altre creature quali orsi o alligatori uno squalo può essere sì nocivo per l’uomo e può anche causarne la morte, ma questo non significa certo che abbia ragione di infestare le spiagge cercando di uccidere più gente possibile per il solo gusto di farlo.

Purtroppo, negli anni ’70 il successo del film scatenò una vera e propria “caccia agli squali” che portò moltissimi pescatori ad intraprendere gare tra di loro con lo scopo di cercare, catturare e uccidere quanti più squali possibili. Una cosa orribile, che per fortuna nel frattempo è stata condannata e vietata.

Lo stesso Spielberg, in anni recenti, ha espresso il suo rimpianto per gli effetti (del resto imprevedibili) causati dal suo film, che doveva essere solo un prodotto di intrattenimento, e anche per la nomea negativa portata alle creature: “Non ho paura di essere mangiato dagli squali, ma che ce l’abbiano con me per aver alimentato la follia di questi pescatori pazzi”.

Ci sono voluti decenni per convincere il grande pubblico che le spiagge sono frequentabili in tutta sicurezza anche a ridosso dell’oceano, dove di tali creature a volte se ne possono comunque trovare. Questo non toglie, e chiaramente le due cose vanno tenute separate, che Lo Squalo rimane un grande film che rivedremo sempre volentieri.

Fonte: The Hollywood Reporter

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