I 10 album musicali con punteggio più basso su Metacritic [LISTA]

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Quali sono i peggiori album musicali di sempre? Ecco come trovare una buona risposta: elenchiamo quelli con punteggio più basso su Metacritic

Album musicali inascoltabili, improbabili, che sarebbe meglio non esistessero. Esageriamo? Se ne può parlare, ma certo negli anni molti sono i titoli finiti nelle varie classifiche dei peggiori dischi della storia. Una è quella tratta dai voti più bassi assegnati sul sito aggregatore Metacritic: ecco i dieci titoli finiti sul fondo!

10. Theory of a Deadman – The Truth Is…, 2011

Il quarto album del gruppo hard rock canadese e ispirato, pare, dal divorzio del cantante e frontman della formazione (non che sia un’idea nuova, anzi), segnala un po’ tutto quello che non va in un sound rock datato, fatto di cliché e stanco specialmente per il panorama in trasformazione di inizio anni ’10.

9. Dirty Vegas – One, 2004

Secondo album del progetto house inglese, è stato definito dal Guardian così: “I Duran Duran che hanno fantasie da U2. Alla peggio, il cervello si sforza a fare paragoni. Il Bruce Horsby post-millennial? Mike & The Mechanics vanno a Ibiza? L’unica caratteristica che redime l’album sta nel fatto che il titolo suggerisce a chi lo recensisce quante stelle assegnare”.

8. Phil Collins – Testify, 2002

Forse l’album che di fatto ha messo fine alla carriera di Phil Collins (in seguito ne ha pubblicato solo un altro, di cover, nel 2010), demolendo in un colpo solo la sua figura di cantante soul e di autore capace con una collezione di canzoni che davvero mette alla prova i nervi per quanto si rivela insopportabilmente tediosa.

7. Viva Brothers – Famous First Words, 2011

Un album diventato celebre per il tentativo di imitare il sound britpop anni ’90 e attaccato specialmente in quanto tale e per la mancanza di ispirazione originale. C’è anche da dire che al momento della pubblicazione, nel 2011, l’unica band che si poteva definire britpop con una certa dignità erano i Beady Eye di Liam Gallagher.

6. Limp Bizkit – Results May Vary, 2003

Difficile dare un seguito ad un instant classic come Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water (2000), e ancora più difficile con un nuovo chitarrista, Mike Smith, intervenuto durante la temporanea assenza di Wes Borland. Il risultato: un lavoro confuso e criticato specialmente per una certa sofisticatezza molto poco adatta al suono della band. Una svista, poi rimediata in fretta.

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