La Casa – Il Risveglio del Male, la Recensione del reboot

L'unica cosa di cui avere timore è "solo" il demone Evil Dead. Tra sangue a fiumi e violenza senza fine, La Casa - Il Risveglio del Male stupisce in senso più che positivo. Al cinema dal 20 aprile.

la casa - il risveglio del male
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Ritorna al cinema la Evil Dead più famosa e pericolosa del mondo con La Casa – Il Risveglio del Male. Un reboot, un potenziale sequel, un remake. Chiamatelo come volete ma l’unica soluzione resta sempre la stessa: fuggire.

Un casto completamente rinnovato per ovvi motivi, così come la regia, che non vede più il genio di Sam Raimi a giostrare i fili del Male ma Lee Cronin, qui al suo secondo film di genere e coadiuvato da un cast in perfetta alchimia. Un’operazione quantomeno coraggiosa, visto che il franchising de La Casa è alla stregua di un’icona maligna nel cinema contemporaneo.

La Casa – Il Risveglio del Male, la Trama

Siamo nella costa ovest degli Stati Uniti, famosa anche per i suoi terremoti. E proprio a causa di un terremoto che una famigliola sfortunata si trova a dover combattere contro il male per eccellenza.

Lo spirito malvagio che diede qualche grattacapo di troppo a Bruce Campbell, torna in libertà, con la sua sete di sangue e morte. Non sarà facile liberarsi, anche perché non sembra ci sia alcuna possibilità di fuga.

La Casa – Il Risveglio del Male, la Recensione

Era il 1981 quando Sam Raimi, quasi per gioco, diresse il primo La Casa, o The Evil Dead che dir si voglia. Un gruppo di amici, fuori e dentro il set, che si sollazzarono con questo horror trash e ricolmo di sangue e violenza. Un survival movie dove sembrava impossibile uscirne vivi.

Inutile ricordare la storia che permise al film di diventare tra i cult per eccellenza e che al tempo stesso consacrò Sam Raimi tra i registi più seguiti e apprezzati di Hollywood. Qualche anno dopo, ecco arrivare i due sequel, a chiudere la trilogia puntando sempre più in alto. E poi, l’inevitabile serie con annesso rivedibile remake firmato Fede Alvarez e ovviamente il videogame.

Questa premessa doverosa per i neofiti dovrebbe far comprendere che La Casa – Il Risveglio del Male parte già con il difficile compito di essere anche solo vagamente all’altezza del personaggio invisibile. Molto aveva dato l’interpretazione di Bruce Campbell, un tocco difficilmente ripetibile, anche perché strettamente connesso alla produzione della saga.

Eppure, Lee Cronin riesce a tenere botta senza troppi patemi, dirigendo un film che ci riporta indietro nel tempo, ma senza ammiccare troppo alla facile nostalgia. La Casa РIl Risveglio del Male ̬ una perfetta confezione che rimanda a quel cinema di genere capace di sfornare instant-cult, fatti di pochi dialoghi e tanta azione che va di pari passo con i fiumi di sangue.

la casa - il risveglio del male

Al tempo stesso però, La Casa – Il Risveglio del Male regala anche qualche innovazione, riscrivendo tutto con sommo rispetto. Non più la casa nel bosco ma un palazzo nel cuore della città. Non più amici ma una famiglia fresca di trauma che da lì a breve dovrà affrontarne un altro. E chiaramente la lotta infinita alla sopravvivenza.

Uno script all’apparenza basilare, spogliato di eccessivi dialoghi, e che vuole esclusivamente piegarsi alla forma sanguinolenta. Il ritmo è incessante e sfrenato, senza mai una pausa e soprattutto senza mai stancare. Sono molte le trovate visive e narrative a dir poco interessanti, ancorché ritmate con somma sapienza.

Lo splatter, condicio sine qua non quando si parla de La Casa, è perfettamente gestito. Ora diverte, ora impressiona, dosando perfettamente i tempi. E a proposito di tempi, regalando un film perfetto per gli amanti del genere. Ancor meglio delle brioche che voleva regalare Maria Antonietta ai francesi, ma con una testa volante come ringraziamento.

la casa - il risveglio del male

Non di minor importanza, in La Casa – Il Risveglio del Male la regia di Cronin appare molto ben orchestrata nel gestire i rinomati e necessari jumpscare, ma soprattutto nel creare la tensione. Così come il primo film originale, anche qui ci troviamo in spazi chiusi, e il senso di claustrofobia viene perfettamente restituito, complici anche gli split diopter al quale Cronin si affida.

Un vezzo tecnico, forse un po’ abusato, ma che riesce a dare quel senso di tensione, a sua volta spezzato e implementato dalle “torture” che l’oscura presenza demoniaca infligge alle vittime. Torture che mostrano anche una certa creatività, ora profondamente inquietante, ora profondamente divertente, come l’uso di una grattugia su una gamba.

Da citare assolutamente anche la mattanza ripresa dallo spioncino della porta, una sequenza che ̬ come un vero e proprio controcampo dei peep-show, dove la morte e la violenza costituiscono un senso inquietantemente erotico. Insomma, con La Casa РIl Risveglio del Male, Lee Cronin non si limita certo al compitino artigianale, anzi. Vuole osare e riesce a trovare anche una sua dimensione.

Seppur comprensibili, i tentennamenti di fronte a La Casa – Il Risveglio del Male sono da mettere da parte. Il film di Cronin spaventa e diverte, regalando un divertissement di novanta minuti, che catturerà gli amanti dell’horror. Piccola nota a margine, senza far troppi spoiler: menzione d’onore alla sequenza iniziale che di fatto lascia ben presagire per eventuali sequel. Che non vediamo l’ora di vedere.

Cast

  • Alissa Sutherland: Ellie
  • Lily Sullivan: Beth
  • Morgan Davis: Danny
  • Gabrielle Echos: Bridget
  • Nell Fisher: Kassie

Trailer

RECENSIONE
Voto
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Lorenzo Pietroletti
Classe '89, laureato al DAMS di Roma e con una passione per tutto ciò che riguardi cinema, letteratura, musica e filosofia che provo a mettere nero su bianco ogni volta che posso. Provo a rendere la critica cinematografica accessibile a tutti, anche al "lattaio dell'Ohio".
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