B.I.O.T.A., la Recensione del Metroidvania dalle tinte vintage italiano

Abbiamo provato in anteprima B.I.O.T.A., solido metroidvania indie che farà gioire i videogiocatori più nostalgici.

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La nostalgia in ambito videoludico è certamente uno dei fronti principali su cui si sono concentrate molte delle produzioni (indie e non) dell’ultimo decennio. Il ritorno all’estetica del pixel è stata una costante negli ultimi anni, facendo breccia nei cuori di molti appassionati dei giochi d’altri tempi.

B.I.O.T.A. rientra precisamente in questa categoria. Si tratta di un interessante metroidvania 2D realizzato dallo sviluppatore italiano Small Bros, alla secondo gioco rilasciato. Dietro al nome dello studio si cela in realtà Ivan Porrini, sviluppatore italiano che ha realizzato da solo il videogioco.

Con questo nuovo titolo, che riprende le meccaniche tipiche dei metroidvania già esplorate nella primo opera dello studio, Small Bros ci fa fare un salto nel passato, attraverso un’avventura spaziale dalle forti note horror, il tutto condito in salsa pixel art.

Ecco il trailer e la nostra recensione di B.I.O.T.A., che uscirà su Pc il 12 aprile.

Il videogioco al tempo degli 8 bit

In un anno imprecisato del 22esimo secolo, una squadra di astronauti viene inviata su un pianeta di fonti minerarie per investigare uno strano incidente. Giunti sul posto, scopriamo che un organismo sconosciuto, chiamato L’agente, ha preso il controllo della colonia umana e minaccia la terra stessa.

Dovremo farci strada a forza nelle miniere, gli impianti energetici e molto altro per venire a capo della situazione e sconfiggere il pericolo biologico.

B.I.O.T.A. è, innanzitutto, una dichiarazione d’amore per il videogame ad 8 bit, degli sprite e dei colori anni ’80. Tutto nella produzione (o quasi) si rifà a quegli anni, a partire dalle meccaniche tipiche dei giochi che oggi definiamo metroidvania.

Un gameplay puramente tradizionale, ma ancora molto apprezzato da una fetta discretamente ampia di giocatori. Le feature più contemporanee riguardano soprattutto il salvataggio: il gioco presenta infatti un sistema più classico a checkpoint ma anche un sistema manuale di salvataggio rapido, attivabile in base alla preferenza del giocatore.

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Uno strumento che evita la frustrazione di dover ripetere alcune sezioni dopo la morte, e che viene incontro alle abitudini odierne dei videogiocatori. Resta comunque una scelta individuale, per permettere, a chi lo desidera, un’esperienza più classica.

Parlando di classicità d’esperienza, il gioco è costituito da un buon miscuglio di sezioni platform e altre di shooting in puro stile Metroid. La precisione dei comandi e dei movimenti, tipicamente rétro, rende il gioco molto gradevole da giocare, alternando sequenze su robot, astronavi e sommergibili a quelle classiche del genere.

Anche la scelta del personaggio è decisamente apprezzata, ben lontano da una scelta puramente estetica. Ogni personaggio ha infatti un’arma diversa, ma soprattutto un’abilità unica che può fare la differenza nelle varie sezioni del gioco.

Orrore spaziale e delizia vintage

Small Bros ha punta molto sulla componente visiva di B.I.O.T.A. Il gioco, pur nella sua sostanziale “semplicità” visiva comparata agli standard degli open world e in generale della grafica 3D odierna, prende una strada ben chiara, optando per una fiera bidimensionalità ad 8 bit che farà la gioia di tutto i videogiocatori nostalgici di quella generazione.

È evidente la cura dello sviluppatore nel garantire un’esperienza visiva degna dei tempi che furono, che ci farà tornare indietro nel tempo (ma in senso positivo). Sulla spinta al sentimento della nostalgia si è spesso parlato in maniera critica (soprattutto per le grandi produzione). B.I.O.T.A. reclama invece con fierezza questa sua peculiarità, senza correre il pericolo di risultare banale o puro fan service.

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La scelta di attivare il filtro che simula i vecchi televisori a tubo catodico, così come le innumerevoli palette (molte delle quali sbloccabili attraverso l’esplorazione della mappa di gioco) rende inoltre l’esperienza estremamente personalizzabile e visivamente intrigante.

B.I.O.T.A. ci offre una perfetta esperienza di gioco d’altri tempi attraverso un gameplay decisamente solido e un’immersione in un mondo fatto da grossi pixel e musiche elettroniche dal ritmo deciso e le classiche note degli 8 bit. Ottima anche la varietà di nemici da affrontare, con boss fight piuttosto evocative che ricorderemo con piacere.

Nel complesso il gioco fa un ottimo lavoro nell’immergere il giocatore all’interno del suo mondo, fatto di orrore spaziale in salsa vintage che sarà decisamente apprezzato dai videogiocatori di vecchia data ancora innamorati di questo genere di esperienze.

In definita possiamo quindi dire “l’esperimento” di Small Bros decisamente riuscito. La produzione sfugge dal rischio di eccessiva emulazione o di pura operazione nostalgica, trovando una sua voce ben definita che ci offre un’esperienza di gioco più che gradevole che ci ha lasciati sorpresi in positivo.

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RECENSIONE
VOTO
8.0
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Avatar di Fabio Menel
Torinese d'adozione ed aostano di nascita, laureato al DAMS. Quando non è impegnato a sopravvivere si interessa in particolare di cinema orientale, di fumetto e di tappeti.
biota-recensioneB.I.O.T.A. riesce in un intento tutt'altro che semplice. Utilizzando una grafica in pixel art, assolutamente non raro di questi tempi, riesce a ritagliarsi una propria identità pur ispirandosi ai grandi giochi del passato.