Cancro: il rap underground ha un nuovo, traumatico nome [ASCOLTA]

Cancro
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Cancro esplora incubi e traumi con il suo rap fatto di ombre e rancori

Cancro è un artista rap esordiente che mette piede sulla scena underground con il suo secondo album, Ricordi dal Terrore. E lo fa pesantemente, e accortamente: il nuovo disco è composto da poche ma potenti canzoni, che segnalano subito uno stile originale e soprattutto decisamente spinto verso un approccio alternativo rispetto ai cliché del genere.

Se infatti i rapper di maggior successo (specie in area trap) cantano di regola di donne, feste, droghe e macchine di lusso, Cancro agisce da controcanto. E lo fa esplorando dimensioni psicologiche spesso scomode da affrontarsi in ambito mainstream. Ma, tanto più per questo, essenziali specialmente se considerate tra le rime di un rapper esordiente.

L’approccio di Cancro è liricamente avveduto e si potrebbe dire acculturato, con flow sagacemente piegati a liriche poetiche ed intelligenti degne di un Caparezza, o del primo Rancore. Negli arrangiamenti, nelle basi e specialmente nella costruzione del suo personaggio (che è assolutamente la dimensione sulla quale investire), l’artista ricorda invece l’horrorcore del Tyler, The Creator di dieci anni fa.

Specialmente in questo Cancro pare incarnare una figura che, nel rap italiano di oggi, manca o di certo non si ritrova in classifica né in cima agli ascolti di Spotify. Lo provano le canzoni Ombre e Incubi, che inserite come capitoli essenziali nel più ampio concept che regge il disco, che gira attorno appunto al tema dell’incubo e della paura, suggerisce una direzione inedita e di spessore per (davvero) un nuovo rap.