La Storia del Porno: dal primo film pornografico fino a PornHub

Un viaggio nel porno, il genere più discusso, amato, odiato. Dagli albori fino ad oggi.

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Justine Jones, Misty Beethoven & Debbie Benton

Tre nomi che forse non diranno molto ma che sono allo stesso tempo i tre capisaldi della Golden Age Of Porn, escludendo per ovvie ragioni Gola Profonda. Andando in ordine cronologico, dopo il menzionato Deep Throat, Damiano proseguì la sua carriera da regista a luci rosse portando sul set le (porno) avventure di Justine Jones nel 1973 e dando il via alle parodie in chiave pornografica di film di tutt’altro genere.

the devil in miss jones, porno

Infatti, il titolo originale, The Devil In Miss Jones riprende quello del film di Sam Wood, dove troviamo una congiunzione al posto della preposizione. Un film porno sì ma con una chiave fantasy fondamentale dove il risveglio della sessualità repressa femminile era al centro del film. Georgina Spelvin è una donna vergine che si suicida. Giunta all’inferno, il Diavolo scandalizzato la riporta sulla Terra per darle possibilità di trovare il piacere che non ha mai conosciuto. Doveroso menzionare il fatto che sia William Friedkin che Roger Ebert spesero parole al miele per questo film.

Tre anni dopo Miss Jones, ecco arrivare il film porno più costoso di sempre: A Bocca Piena. O per usare l’ancor più malizioso titolo originale, The Opening of Misty Beethoven. Così come per il film del paragrafo di cui sopra, anche qui troviamo una parodia di ben più ampio respiro che va anche a solleticare il mito greco di Pigmalione, sia di Ovidio che di George B. Shaw.

the opening of misty beethoven

Grazie ai due menzionati successi, il film riuscì ad ottenere un budget relativamente alto, riuscendo poi a ripagare i costi con un incasso molto più alto della spesa. Al punto da esportare la troupe in altre città, tra cui la capitale francese e la nostrana Roma, solamente per qualche scena in esterno. Cosa normale per film legati all’industria mainstream, molto meno per la scena porno-indie.

Terza e ultima colonna portante datata 1978, la meravigliosa Debbie che decide di farsi tutta Dallas. Questo è il titolo tradotto e parafrasato di uno dei film porno cult più famosi di sempre dove però la protagonista non si trova a Dallas né tantomeno ha rapporti con qualcuno di Dallas. Giunto in Italia come Giochi Maliziosi, Debbie Does Dallas è forse il porno con più sequel e spin-off di sempre. Un film che ha scritto la storia del genere, anche per via delle polemiche che scatenò.

Un’intera squadra di cheerleader si prostituisce per permettere a Debbie di andare a Dallas e inseguire il suo sogno di essere una Texas Cowgirls. Tanto bastò per far andare su tutte le furie le cheerleader americane che inscenarono proteste e manifestazioni in quel di Dallas per il boicottaggio del film. Manifestazioni che non sortirono l’effetto sperato in alcun modo, visti gli incassi di Debbie. Al punto che nel 2001 arrivò anche a teatro, con un musical ben lontano dall’essere pornografico.

giochi maliziosi, bambi woods

Non di minor importanza, il documentario The Dark Side Of Porn afferma come Giochi Maliziosi sia tra i primi cinque film pornografici dal maggior incasso di sempre. Un doppio successo che permette a Debbie di entrare nella storia e diventare una vera e propria icona pop nonché di risollevare l’industria del cinema porno.

Il divismo nel mondo a tre X

Già dagli anni Dieci nel novecento, il divismo fu un fenomeno di costume ampiamente radicato nella società cinefila di allora, se così si poteva definire. Questo fenomeno si protrae fino ad oggi e avrà sempre un legame solido con la settima arte. Stesso discorso per ciò che concerne il cinema pornografico.

Così come il cinema mainstream, col passare del tempo, anche il mondo del porno trovò il suo particolare divismo, introducendo poco alla volta il concetto di pornostar. Tra i primissimi casi, almeno per fama, troviamo la sopracitata Linda Lovelace, forse la prima pornostar sotto la luce dei riflettori, sebbene sia una luce prettamente riflessa dal successo di Gola Profonda.

Come detto prima, il divismo nel mondo dell’industria a tripla X non ha avuto vita facile, esattamente come il genere stesso. Se agli albori del porno da un lato le donne venivano riprese, giacché prostitute, l’uomo era costretto a camuffarsi quanto possibile visto l’atto deprecabile che stava praticando. Questo velo di ipocrisia sessista andò mano a mano a svanire grazie proprio alle lotte per la libertà sessuale sessantottine.

Paradosso vuole che nel tempo, molti nomi di pornostar iniziarono a circolare anche tra chi non aveva mai visto un film porno in vita sua. Un caso tutto italiano fu proprio quello di Cicciolina. Tutti sapevano che era una pornostar ma non tutti avevano mai visto un suo film (o così almeno dicevano). Caso recente, quello di Rocco Siffredi, personaggio storico della pornografia italiana, o della compianta Moana Pozzi, la cui morte è ancora un caso di cronaca ampiamente aperto e discusso.

Volando al di là dell’Atlantico, è doveroso menzionare Ron Jeremy, tra i divi porno più atipici nel settore tradizionale. Gli stereotipi estetici preconfezionati erano a dir poco fondamentali per una corretta riuscita. Quindi attori con grande prestanza fisica, quindi attrici belle anche da vestite. Finché non ci pensa Ron Jeremy, un uomo “basso, grasso e peloso” per sua stessa ammissione a sovvertire questi canoni. O almeno a tentare di farlo.

Ron jeremy
Credtis: Wikipedia/Nate “Igor” Smith

Ben lontano dal fisico scolpito, Jeremy riuscì ad attirare a sé l’attenzione proprio per la sua mancante prestanza fisica. La sua presenza riusciva a dare un lato comedy ai film, vista la sua grande auto ironia. Una sorta di divo del popolo che ebbe successo anche fuori dal set, almeno fino alle recenti accuse di molestie e violenza sessuale.