Pokemon Shock, l’episodio censurato che mandò all’ospedale 658 bambini

Nel 1997 un episodio dei Pokemon mandò all'ospedale addirittura 658 bambini in un evento che nel mondo è oggi conosciuto come Pokemon Shock

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Siamo nel 1997 e nelle TV giapponesi il cartone animato più seguito è sicuramente Pokemon. Il brand ideato da Satoshi Tajiri sbriciola record di share giorno dopo giorno. Il 16 dicembre di quel’anno va in onda l’episodio 38 della prima stagione, Porygon soldato elettrico che causa una serie incredibile di malesseri in centinaia di bambini in quello che nel mondo è oggi conosciuto come Pokemon Shock.

L’episodio di Pokemon incriminato

Durante l’episodio, che in Giappone viene visto da addirittura 26,9 milioni di famiglie, Ash e i suoi amici da una parte e il team Rocket dall’altra utilizzano due Porygon per poter entrare nel cyberspazio che si trova all’interno del centro Pokemon. Durante questa sequenza la sicurezza interna del luogo spara dei missili sui due Porygon per evitare che possano fare danni. Pikachu allora utilizza la sua celebre mossa Tuonoshock per difendersi e lì accade qualcosa.

Gli animatori per rendere al meglio l’effetto dell’elettricità all’interno del cyberspazio utilizzarono una particolare tipo di animazione chiamata Paka Paka che consiste nell’alternare  pannelli di colori diversi retroilluminandoli con luci stroboscopiche molto forti. Questa è una tecnica usata svariate volte nell’animazione giapponese, da Sailor Moon agli stessi Pokemon. Il problema di questa sequenza pare fu l’alternarsi di rosso e blu, i due colori più distanti nello spettro.

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Le conseguenze

Tra le 18 e 30 e le 19 e 30 in Giappone si scatena il finimondo. Sono addirittura 658 i bambini che accusano mal di testa, visione offuscata e, in alcuni casi, svenimenti come riportato dall’edizione del 18 dicembre di Repubblica, dall’articolo del New York Times dello stesso giorno firmato da Sheryl Wudunn, oltre che da decine di altre testate in giro per il mondo. Immediatamente vengono chiamati i soccorsi e 150 dei bimbi sopra citati viene trattenuto in ospedale, di cui solo 2 vengono realmente ricoverati per diversi giorni. Diversi medici spiegarono poi che molti dei sintomi accusati dai ragazzi facessero pensare tutti a una crisi di carattere tonico clonico, nota anche come “grande male”, un disturbo che viene associato all’epilessia, sebbene con sintomi diversi.

Tuttavia alcuni delle condicio sine qua non che rivelano questo tipo di crisi, come il morsicarsi la lingua o divenire rossi in viso o qualsivoglia tipo di problema dell’apparato muscolare e tonico, non fu riscontrato da nessuno dei bambini, cosa che fa pensare come tutto l’evento fu solamente un eclatante caso di isteria di massa, partita da un qualche caso di reale disagio e trasmesso a macchia d’olio a tutti gli altri bambini. Basti pensare che da li a qualche giorno furono addirittura 13 mila i bambini che dichiararono di aver avuto disagi di qualche tipo. Numero totalmente impensabile per un fenomeno raro come il grande male o l’epilessia fotosensibile. I clinici che fecero degli accertamenti sul caso anni dopo, Benjamin Radford e Robert Bartholomew, abbracciarono l’ipotesi dell’isteria di passa poiché era impossibile che un numero cosi spropositato di casi epilettici si manifestasse solo con sintomi relativi all’assenza.

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In ogni caso a farne le spese furono Nintendo e la serie Pokemon in generale. La casa nipponica per quell’evento perse addirittura il 5% delle proprie azioni mentre la serie venne sospesa per 4 mesi. Al ritorno nei palinsesti crollò al terzo posto dei programmi più seguiti, quando prima di quel 16 dicembre era nettamente prima.

L’episodio 38 fu cancellato e censurato da ogni televisione mondiale e il Pokemon Porygon venne bandito per sempre dalla serie animata, se non per qualche estemporaneo cammeo.

Conoscevate questa storia?

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