I 13 Migliori Film del 2000 da vedere assolutamente [LISTA]

Il terzo millennio coincide con uno sviluppo tecnologico senza precedenti, cui il cinema non fa eccezione. Ecco 13 film senza tempo del 2000.

Bjork
Bjork nei panni di Selma in Dancer in the Dark
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Il 2000 è sicuramente uno degli anni più importanti, come inizio del secolo. L’avvento del nuovo millennio generò molte ansie nella popolazione mondiale. Circolarono diverse teorie secondo cui la tecnologia avrebbe preso il sopravvento sull’umanità, la quale sarebbe andata incontro all’estinzione. Altre, invece, sostenevano che il terzo millennio avrebbe decretato la fine del mondo, oltre al temutissimo millenium bug. L’umanità era (ed è) infatti molto spaventata dal progresso tecnologico e scientifico raggiunto negli ultimi anni, cui andò incontro anche la Settima Arte.

Oltre a un impiego sempre maggiore della CGI, nacquero franchise destinati a conquistare il pubblico, come Final Destination e Scary Movie. Sempre negli Stati Uniti, Willem Dafoe concorreva agli Oscar con una splendida interpretazione in L’ombra del vampiro (E. Elias Merhige).

Dall’Europa, invece, occorre ricordare il documentario La vita è un raccolto di Agnès Varda e il lungometraggio in stop motion di Jan Švankmajer, Otesánek. In Italia, poi, uscirono due piccole gemme contemporanee: Malena di Giuseppe Tornatore e I cento passi di Marco Tullio Giordana.

In Oriente, invece, il sudcoreano Bong Joon-ho esordiva con Barking Dogs Never Bite, seguito dal connazionale Kim Ki-duk con L’isola. Takashi Miike diresse due tra i suoi film più noti, City of Lost Souls e Dead or Alive 2. Sempre in Giappone, poi, prese avvio il nuovo spaventoso franchise di Ju On, che ha ottenuto diversi remake anche in America.

Ma si tratta solo di alcune menzioni: vediamo ora 13 titoli altrettanto rappresentativi del 2000.

I Migliori Film del 2000 da vedere

1) American Psycho (2000), Mary Harron

American Psycho (2000) - Mary Harron
Christian Bale in American Psycho

Patrick Bateman (Christian Bale) è un giovanissimo consulente finanziario laureato nella prestigiosa università di Harvard. Bateman è il classico yuppie: ricco, consumista, narcisista e dipendente dalla droga e dal sesso, nonostante la relazione con la fidanzata Evelyn (Reese Witherspoon). Di notte, però, Patrick si trasforma in uno spietato serial killer…

In un cast stellare che comprende Willem Dafoe, Chloë Sevigny, Jared Leto e Reese Winterspoon, Christian Bale è protagonista di un classico moderno. L’attore porta in scena Patrick Bateman, caricatura tanto esagerata quanto accurata dello yuppie e della sua doppia natura. Superficiale e votato a un’apparenza sfrenata, Patrick dedica le giornate alla cura maniacale del proprio corpo e della propria immagine. Non appena qualcuno riesce a superarlo in qualcosa, prende il sopravvento un tumultuoso senso d’invidia.

Di notte, invece, avviene la sua metamorfosi in crudele assassino. Ecco che Patrick scende dai piani alti per mescolarsi tra la gente “comune”, cercando di eliminare quei difetti invadenti nel mondo del lusso. Dalle prostitute ai senzatetto fino addirittura a qualche collega incapace, nessuno può fuggire al suo impeto omicida. Ma American Psycho lascia un dubbio: si tratta di realtà o è tutto frutto dell’immaginazione di una mente frustrata?

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Stilisticamente, Mary Harron effettua diverse riprese di nudo (mai integrale) a Christian Bale, per evidenziarne lo sfrenato narcisismo. La fotografia del film, curata da Andrzej Sekuła, contrappone il bianco al nero, amalgamandoli per evidenziare la natura schizofrenica di Patrick. Infine, anche le tracce della colonna sonora, dai Genesis ai The Cure, hanno sicuramente contribuito alla nomea di cult movie vantata dal film.

2) Fratello, dove sei? (2000), Joel e Ethan Coen

Fratello, dove sei? (2000) - Joel e Ethan Coen
Fratello, dove sei? di Joel e Ethan Coen

Mississippi, anni Trenta. Tre galeotti (George Clooney, John Turturro e Tim Blake Nelson) riescono a evadere dai lavori forzati. Appena liberi, i detenuti si mettono sulle tracce di una prestigiosa refurtiva dal valore di un milione di dollari. Tuttavia, il loro cammino sarà tempestato di strani incontri, da stravaganti musicisti a famigerati criminali…

I versi in apertura del film dichiarano che la principale fonte di ispirazione è l’Odissea di Omero. In aggiunta, il protagonista interpretato da Clooney si chiama ‘Ulysses’ e intende tornare dalla propria moglie. Durante il viaggio, la componente religiosa e mitologica è molto frequente: lo dimostrano le “sirene” e i miracoli ottenuti con la redenzione.

Il film presenta, inoltre, diversi riferimenti alla cultura americana, tra storia e leggenda. Il secondo incontro dei personaggi è Tommy Johnson (Chris Thomas King), che fa l’eco all’icona del blues Robert Johnson. Costui fu un chitarrista che, secondo alcune voci, vendette l’anima a Satana per padroneggiare lo strumento con cui è diventato famoso. Poco dopo, invece, i tre incontrano il rapinatore George “Baby Face” Nelson e più avanti ancora finiscono in un raduno del Ku Klux Klan.

Reduci da Il grande Lebowski, i fratelli Coen mantennero il proprio stile surreale e grottesco, richiamando nel cast anche John Goodman. La fotografia di Roger Deakins mantiene l’atmosfera arida e secca delle ambientazioni, che rispecchia le roventi situazioni dei tre protagonisti. La colonna sonora, invece, si compone di diversi brani folkloristici statunitensi, oltre a una canzone originale dei fittizi “Soggy Bottom Boys”.

3) Dancer in the Dark (2000), Lars Von Trier

Dancer in the Dark (2000) - Lars Von Trier
Dancer in the Dark di Lars Von Trier

Selma (Björk) è un’operaia affetta da una malattia che a poco a poco la rendendo cieca. Il figlio Gene (Vladica Kostic) ha lo stesso morbo della madre, la quale, attraverso gli straordinari, intende radunare abbastanza denaro per pagargli un’operazione. Tuttavia, l’agente Bill Houston (David Morse), amico e proprietario della casa affittata da Selma rimasto senza soldi, la inganna e le ruba tutti i risparmi…

Palma d’oro al Festival di Cannes (2000), Dancer in the Dark è un controverso musical drammatico, genere innovativo e mai visto prima. Björk stessa, Richard Rodgers e Thom Yorke (frontman dei Radiohead) hanno curato le canzoni del film, definito dal regista anti-musical. Le tracce variano dal pop sperimentale alla musica elettronica e contengono elementi di noise music (rumori desunti dagli ambienti esterni).

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Il tema principale del film è la malvagità umana, dettata da un istinto primordiale e animalesco di sopravvivenza. Essa presenta anche caratteristiche politiche: l’istituzione (il poliziotto) commette degli errori e si riversa su un popolo sempre più indifeso (Selma). L’operaia però conserva il proprio “cuore d’oro”, assecondando persino le richieste del suo truffatore a proprio svantaggio. Da tale qualità di Selma prende il nome la trilogia chiusa dal film, la quale annovera anche Le onde del destino (1996) e Idioti (1998).

Lars Von Trier attinge al proprio movimento Dogma 95, pur staccandosene in alcuni punti. Infatti, nonostante le numerose inquadrature con camera a mano e luce naturale, i brani extradiegetici e le ellissi allontanano l’opera dal movimento. Inoltre, come di consueto per le produzioni del regista, Dancer in the Dark rimane famoso anche per le tensioni tra Björk e il resto del set.

4) Snatch – Lo strappo (2000), Guy Ritchie

Snatch - Lo strappo (2000) - Guy Ritchie
Snatch di Guy Ritchie

La trama del film segue un ventaglio di personaggi le cui vite (o morti) sono destinate, prima o poi, a incrociarsi. “Cugino Avi” (Dennis Farina), gioielliere di New York, commissiona a Frankie “Quattro Dita” (Benicio del Toro) il furto di un prezioso gioiello. Turco (Jason Statham), impresario di boxe, e Tommy (Stephen Graham), suo assistente, vogliono acquistare una roulotte per trasferire la propria sede di illeciti. Infine, Boris “Lametta” Yurinov ingaggia tre uomini per rubare il diamante a Frankie. Ecco tutti i presupposti.

Snatch – Lo strappo rappresenta il secondo film di Guy Ritchie, che assolda un cast stellare dopo l’incredibile successo di Lock & Stock – Pazzi scatenati (1998). Brad Pitt, in particolare, appare in formissima nei panni del Saitama ante litteram Mickey “lo Zingaro”. Degna di nota anche l’apparizione di Benicio del Toro, che aggiunge l’ennesimo personaggio sgangherato alla propria rispettabile carriera.

L’intreccio del film è narrato in maniera peculiare. Dall’incipit si apre un flashback che sembra suggerire un finale circolare, ma gli eventi sono narrati in modo lineare. Fanno eccezione alcuni eventi, i cui particolari vengono svelati poco dopo il loro avvenimento nella trama. La particolarità risiede nella gestione del tempo da parte di Ritchie: a volte alcuni eventi sincronizzati vengono narrati come fossero in successione. Inoltre, è evidente l’assurdità di alcune situazioni, volutamente esagerata per enfatizzare la follia dei personaggi.

Per quanto riguarda lo stile, il regista cura particolarmente il bizzarro montaggio concettuale che caratterizza il film. Per esempio, quando un personaggio ruota il martello di un Revolver, parte una rapida successione di fotogrammi impercettibili. Oppure, alla scena in cui uno dei personaggi è inseguito da due aguzzini è inframmezzata quella di due cani che cacciano una lepre.