Martin Scorsese: tanti auguri ad un uomo che chiamare leggenda sarebbe riduttivo

Scorsese
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Il regista, l’uomo, il talento, il genio: auguri al leggendario Martin Scorsese, un gigante del cinema di tutti i tempi

Oggi, 17 novembre, compie gli anni un uomo straordinario, che ha dedicato e dedica tutt’ora la sua vita al cinema, mettendo passione, amore e impegno costante in ogni progetto. Martin Scorsese è un regista della New Hollywood, ovvero il periodo di rinnovamento, tra la metà degli anni 70 e i primi anni 80 del cinema statunitense, ed è considerato uno dei cineasti più importanti della storia del cinema, non solo per l’impatto che ha avuto ma anche per uno stile inconfondibile che vede al centro tematiche come la violenza istintiva dell’uomo, la criminalità organizzata e la religione, traendo ispirazione dalla Nouvelle Vague francese e dal Neorealismo italiano; per non parlare del fatto che i suoi film sono tecnicamente impeccabili e curati nei minimi dettagli.

La sua storia personale

Martin Scorsese nasce nel 1942 in un quartiere del Queens, a New York. I nonni del regista, sia materni che paterni erano immigrati italiani e il suo cognome in realtà è Scozzese, ma è stato modificato in Scorsese per via di un errore di trascrizione. Dopo il Queens la sua famiglia si trasferisce a Manhattan, nel quartiere Little Italy in cui passa un’adolescenza travagliata, sia per via della sua forte asma, sia per la sua statura piccola che non gli permetteva di inserirsi in nessuna gang del quartiere.

Quest’emarginazione però lo porta a scoprire il suo amore per il cinema, in particolare quello neorealista e western, anche se la strada per arrivarci non è così diretta, infatti inizialmente, dato il suo forte credo religioso, studia per diventare prete, cambiando fortunatamente idea dopo essersi reso conto che non riusciva a conciliare la sua passione per il cinema con gli impegni religiosi. Nel 1960, deciso ad intraprendere una carriera nel mondo artistico, frequenta il corso di cinematografia alla New York University, dove dirige i suoi prima cortometraggi in 16mm.

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I suoi lavori

Il suo primo lungometraggio affronta varie problematiche per quanto riguarda la produzione, cambiando titolo diverse volte e aggiungendo persino una scena erotica sotto consiglio del produttore; il film alla fine esce nel 1969, con il nome di Chi sta bussando alla mia porta. Nel 1970 invece, partecipa al documentario Woodstock di Michael Wadleigh, come assistente alla regia e come supervisore del montaggio.

Agli inizi degli anni 70 si trasferisce a Hollywood e il suo primo lavoro importante è America 1929 – Sterminateli senza pietà che esce nel 1972. Dopo questo progetto, inizia a girare un film che aveva in mente da anni, Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, pellicola del 1973, in cui il regista aggiunge molte delle esperienze vissute da adolescente ed è un lavoro che segna l’inizio della sua collaborazione con Robert De Niro.

Dopo alcune critiche sul fatto che non ci fosse mai una protagonista donna, gira Alice non abita più qui, del 1974 con Ellen Burstyn, la quale vince l’Oscar come miglior attrice protagonista. Torna successivamente a New York e si innamora della sceneggiatura di Paul Schrader, Taxi Driver, dirigendola nel 1976 e portando sul grande schermo la vita di un reduce di guerra che fatica ad inserirsi nuovamente nella società, a causa di ciò che ha vissuto.

Questo capolavoro, perché di questo si tratta, viene accolto positivamente dalla critica e considerato uno dei più grandi film esistenti. Il protagonista fu Robert De Niro e il film vinse la Palma D’oro al Festival di Cannes del 1976, aggiudicandosi anche 4 nomination ali Oscar e mettendo Scorsese nella posizione di uno dei registi più promettenti della sua generazione.

Di seguito gira un film dedicato alla sua città New York, New York del 1977 con Robert De Niro e Liza Minelli che però non ottiene grande successo di pubblico e questo porta Scorsese alla depressione, abusando di droghe e farmaci. Dopo aver girato, L’ultimo valzer del 1978, Scorsese tocca il fondo, finendo in ospedale per un’emorragia interna, causata da sostanze stupefacenti. Fortunatamente si riprende, grazie anche all’aiuto di Robert De Niro che gli propone di girare Toro Scatenato, nel 1980, sulla biografia del pugile Jake LaMotta.

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Girato in bianco e nero, il film diventa un cult, aggiudicandosi due premi Oscar uno al miglior attore protagonista e l’altro al miglior montaggio, e facendo uscire il regista dal baratro in cui era caduto. Toro Scatenato è una pietra miliare, inserito al quarto posto nella classifica dei migliori film statunitensi di tutti i tempi dall’American Film Institute. Continua a girare film su film, diventando sempre di più il migliore nel campo. Nel 1988 esce L’ultima tentazione di Cristo, mentre nel 1989 va incontro ad un insuccesso, New York Stories, formato da tre episodi diretti da Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Woody Allen.

Successivamente si innamora del romanzo Il delitto paga bene di Nicholas Pileggi, basato sulla storia vera del gangster Henry Hill, portandolo sul grande schermo nel 1990 con il titolo Quei bravi ragazzi, che vede al centro Robert De Niro, Joe Pesci e Ray Liotta, ottenendo un enorme successo sia di critica che di pubblico. Joe Pesci vince l’Oscar come miglior attore non protagonista, e Scorsese si guadagna la sua terza nomination, nella categoria miglior regista, dopo Toro scatenato e L’ultima tentazione di Cristo, ottenendo poi il Leone d’argento per la regia al Festival di Venezia del 1990. Nel 1993 invece gira L’età dell’innocenza che si allontana dal suo stile fatto di violenza e peccato e mette in scena i rapporti amorosi nell’alta società di fine 800. Torna ad allontanarsi un momento dalle sue tematiche anche nel 2011 con il film Hugo Cabaret, un omaggio al suo amore per il cinema, riuscendo a mescolare fantasia e realtà.

De Niro e DiCaprio

La sua collaborazione con De Niro era già iniziata da diverso tempo, dopo i film citati precedentemente, Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, Taxi Driver, New York, New York, Toro Scatenato e Quei Bravi ragazzi, Scorsese continua a lavorare con lui, girando nel 1991 Cape Fear – Il promontorio della paura, remake dell’omonimo film del 1962, in cui De Niro ottiene un’altra nomination agli Oscar. Nel 1995 gira Casinò, presenti nel cast oltre De Niro anche Joe Pesci e Sharon Stone in cui narra la nascita e il declino delle bande criminali, a Las Vegas, degli anni 70 e della vita sfrenata dei protagonisti tra eccessi e desideri andati in fumo.

Questo è forse uno dei film più cruenti di Scorsese tanto che lui stesso ha dichiarato che non avrebbe più girato un film così disturbante. Gli ultimi due film invece, della collaborazione Scorsese – De Niro sono The Irishman, con Al Pacino e Joe Pesci che ottiene 10 nomination agli Oscar, e Killers of the Flower Moon (atre 10 nomination agli Oscar) del 2023, in cui è presente anche Leonardo di Caprio, con cui ha collaborato anni prima. Infatti, oltre De Niro, Scorsese realizza un sodalizio artistico anche con DiCaprio per alcuni suoi film come: The Aviator (2006), The Departed – Il bene e il male (2006), in cui Scorsese riceve l’Oscar come miglior regista, Shutter Island (2010), The Wolf of Wall Street (2013).

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Insomma la carriera di Martin Scorsese non ha eguali, nonostante alcuni momenti difficili e qualche insuccesso, ha dato prova del suo immenso talento, ottenendo grandi riconoscimenti e costruendo una carriera fatta per lo più da risultati straordinari. Scorsese ha fatto la storia del cinema, una storia che continua nel tempo, visto che non ha intenzioni di mollare, vuole continuare a lavorare, tanto che sta realizzando, il biopic su Frank Sinatra, che la maggior parte del pubblico aspetterà con grande impazienza. Vi lascio con una frase pronunciata una volta da un grande saggio (Quentin Tarantino) “non importa quanto tu sia bravo, ci sarà sempre Martin Scorsese”.

Tanti auguri!

Sara Tersigni

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