Nel pieno del Lucca Comics & Games, tra fiumi di cosplay e appassionati, Caparezzaha presentato Orbit Orbit, il nuovo progetto che unisce musica e fumetto in un’unica visione d’autore. Durante l’incontro con la stampa, l’artista di Molfetta ha raccontato la genesi di un lavoro che segna il suo ritorno dopo il personalissimo disco Exuvia, ma anche l’apertura verso un linguaggio diverso, capace di fondere suono, immagine e racconto.
Tra battute e riflessioni profonde, Caparezza ha parlato del bisogno di reinventarsi, della libertà creativa e del legame viscerale con il fumetto, “amore di gioventù” che torna a orbitare nella sua arte. Orbit Orbit, ha spiegato, non è un semplice album accompagnato da una trasposizione visiva: è un dialogo tra due mondi che si richiamano a vicenda, come pianeti in rotazione.
Da questo incontro è emerso un racconto preciso, appassionato, a tratti spiazzante: il ritratto di un autore che non si limita a tornare, ma che, ancora una volta, cambia prospettiva, forma e linguaggio artistico. Abbiamo quindi intrapreso un viaggio incredibile, onirico e personale insieme a Caparezza alla scoperta del suo universo terrestre e della sua galassia onirica.
La continuazione di un percorso
Una delle informazioni principali emerse da questo incontro è sicuramente quella che pone Orbit Orbit come seguito diretto dei due album precedenti andando a formare il terzo atto di questa, almeno fino ad adesso, trilogia. Ci spiega infatti, per chi non ci fosse arrivato durante l’ascolto dei 3 dischi, che l’ultima canzone del precedente è legata a doppio filo con l’inizio e con il concept del disco successivo.
In Prisoner 709 si parla di prigionia, dopo la fuga da essa si entra in una foresta con Exuvia per poi uscirne e viaggiare attraverso il cosmo proprio con Orbit Orbit. Ovviamente quelle di Caparezza sono allegorie per parlare del suo Io più profondo. Tutto ha avuto infatti inizio con l’arrivo dell’acufene, un fischio continuo percepito dall’orecchio che, letteralmente, fa perdere il sonno.
Da lì nasce la prigionia di Caparezza che viene descritta in modo capillare in Larsen. Come da ogni prigione però, anche quelle personali, si riesce a trovare una via di fuga. Da quel momento inizia inesorabilmente una trasformazione. Per questo Exuvia, un vero e proprio “cambio di pelle” dove si racconta e ripercorre i suoi successi e i suoi fallimenti e li trasforma in qualcosa di totalmente nuovo. Nel frattempo intanto nella vita del cantante arriva una nuova battuta d’arresto. Oltre all’acufene una nuova mazzata: l’ipoacusia.
Orbit Orbit è come Caparezza è partito e tornato a Lucca
Durante l’incontro ci racconta che la scoperta dell’ipoacusia, la graduale perdita dell’udito, ha fatto ricadere l’artista in un nuovo periodo nero. Seppur concettualmente contrario a cover variant per i suoi album fu convinto da Simone Bianchi a partecipare a un firmacopie, proprio al Lucca Comics and Games, per promuovere la nuova art di Exuvia.
“In quei due giorni ho ritrovato il sorriso”. Ci spiega che adesso convive con gli apparecchi acustici e di come questo problema venga ancora percepito come una vergogna quando a lui hanno letteralmente cambiato la vita. Ora può continuare ad ascoltare la propria musica. Fu però proprio da Lucca che partí il nuovo progetto che tornava alle origini.
“Se da bambino mi avessi chiesto cosa volevo fare da grande avrei risposto: il fumettista!”. Ci spiega quindi quanto i fumetti siano stati essenziali per la sua vita e la sua formazione artistica. Orbit Orbit nasce quindi da quei giorni ed evolve tramite l’esperienza di vita.
Dal backstage al cosmo
Senza entrare troppo nei particolari possiamo tranquillamente dire che il fumetto Orbit Orbit inizia precisamente in un bosco. Proprio quel bosco di Exuvia. Caparezza, protagonista dell’opera, perde i sensi una volta entrato nella roulotte del backstage e inizia un viaggio nel proprio cosmo e si rappresenta proprio come un cosmonauta in giro per l’universo con la roulotte-astronave. Un incipit per parlare del sé interno e per mostrarcelo attraverso personaggi e musica.
Quando gli abbiamo chiesto quali siano state le sue influenze uno dei primi nomi citati, e che possiamo trovarlo citato sia all’interno del fumetto che nell’album, è stato Galaxy Express 999 dell’immenso maestro Leiji Matsumoto. Tra i personaggi preferiti e ispiranti nomina, quasi con fervore, Silver Surf per i suoi lunghi dialoghi filosofici.
Ma perché Orbit Orbit?
L’idea nasce dalle onomatopee inserite nei fumetti. Solitamente vengono ripetute due volte come per mumble mumble, anf anf oppure pat pat e questo è stata l’idea iniziale per il nome dell’album. Come mumble mumble rappresenta l’azione di pensare, Orbit Orbit vuol suonare come l’idea di fluttuare nei propri pensieri. Le due O oltretutto rappresentano le orbite dei due linguaggi adoperati per questa doppia opera.
L’idea del fumetto, la sua concezione e lavorazione partono prima della controparte musicale. Caparezza ci spiega come proprio grazie al ricrearsi sceneggiatore ha avuto poi l’ispirazione per la trasposizione in musica. Come poi spiegato dallo stesso artista, sia in conferenza che tramite i social, l’opera cartacea e quella musicale possono essere fruite come meglio si crede. Si può leggere prima l’uno e poi ascoltare l’altro, viceversa oppure legare ogni capitolo alla relativa canzone.
Una doppia opera incentrata sulla libertà, sulle idee e sul proprio percorso interiore. I due medium trovano una sinergia perfetta nella stesura dato che, durante la creazione, l’una influenzava l’altra andando poi a trovare il giusto equilibrio tra esse. Ovviamente l’artista pugliese ringrazia sia Sergio Bonelli Editore lato fumetto che BMG lato album per il grande supporto e per l’entusiasmo ricevuto verso questo progetto.