Peppe Vessicchio: chi era e perché non era “solo” il popolare maestro di Sanremo

Vessicchio
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Con la scomparsa di Peppe Vessicchio se n’è andato un gigante della musica italiana, che viene ricordato principalmente come il maestro più popolare nella storia del Festival di Sanremo ma aveva molte altre credenziali da vantare. Ecco perché Vessicchio è stato così importante

Quante volte l’abbiamo sentito? “Dirige il maestro Peppe Vessicchio“, e applausi a scena aperta. Un’icona, un simbolo e un grande personaggio che ha segnato la storia della musica italiana, e che ci ha purtroppo lasciati a soli 69 anni. Perché è stato così importante? Diciamo che non era “solo” il maestro di Sanremo.

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, ha iniziato presto a collaborare con importanti cantautori della scena italiana quali Gino PaoliEdoardo Bennato e Peppino di Capri, instaurando con Paoli in particolare un sodalizio che è passato per la creazione di canzoni come Ti lascio una canzone e Cosa farò da grande.

A Sanremo, ha iniziato a presenziare fin dal 1990 ed è divenuto presto una figura ampiamente popolare, trovandosi anche a dirigere l’orchestra per quattro vincitori: nel 2000 con gli Avion Travel e Sentimento, nel 2003 con Alexia e Per dire di no, nel 2010 con Valerio Scanu e Per tutte le volte che, e nel 2011 con Roberto Vecchioni con Chiamami ancora amore.

In anni più recenti ha lavorato come arrangiatore e direttore per altri importanti nomi nostrani quali, Andrea Bocelli, Zucchero, Ornella Vanoni, Ron, Biagio Antonacci e Elio e le Storie Tese, giocando inoltre sulla propria popolarità nel partecipare come insegnante al talent Amici di Maria De Filippi, dove ha lasciato il segno.

Nel corso della sua carriera ha diretto importanti orchestre sia in Italia che all’estero, esibendosi in sedi di prestigio come il Cremlino di Mosca e il Teatro Smeraldo di Milano. Ha inoltre collaborato a iniziative benefiche, tra cui Trenta ore per la vita. Dal 2017 ha ricoperto il ruolo di direttore artistico dello Zecchino d’Oro e ha partecipato al progetto Rockin’1000, dirigendo la più grande orchestra rock del mondo.

Oltre alle sue capacità come maestro, Vessicchio era una vera e propria iconica per via dei tratti fisici distintivi quali la barba bianca e lo sguardo sardonico, che negli anni lo hanno reso “il maestro” per eccellenza in Italia, figura istituzionale e affidabile simbolo di preparazione e solidità musicale.

A Wired ha dichiarato, nel 2017: “Il segreto del mio successo? Forse la coerenza, intesa come armonia in tutti i linguaggi che una persona utilizza: dalla parola, alla gestualità, al modo di porsi con le maestranze”. Una grande lezione che resterà, assieme alla musica a cui ha lavorato e che ci ha regalato, per sempre assieme alla sua indelebile memoria.

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