La ballata di un piccolo giocatore è un film del 2025 di casa Netflix diretto da Edward Berger, con protagonista Colin Farrel. La pellicola è disponibile in piattaforma dal 20 ottobre. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo del 2014 di Lawrence Osborne. Ecco la nostra recensione.
La ballata di un piccolo giocatore, la trama
Il film racconta la discesa nell’abisso esistenziale di Colin Farrell nel ruolo di Lor Doyle, un ex-avvocato in fuga dal suo passato rifugiatosi a Macao con pochi soldi e moltissimi debiti.
La ballata di un piccolo giocatore, un buon thriller
La regia di Edward Berger costruisce quest’opera come un viaggio visivo e psicologico in un ambiente da thriller che non fa solo da sfondo, Macao diventa un vero e proprio personaggio con i suoi hotel lussuosi, casinò, neon e solitudini urbane. La compone per l’appunto thriller è sicuramente la migliore dell’opera, la tensione viene resa perfettamente. Potrebbe storcere il naso chi si aspetta il thriller adrenalinico, qui ne troviamo uno più psicologico, lento e contemplativo.
E’ una gioia perdersi nell’oscuro passato del personaggio di Colin Farrel qui bravissimo nell’interpretare un uomo in cerca non di redenzione ma di scomparsa, scoprire i segreti di Dao-Ming (Fata Chen) e seguire le indagini della detective Cynthia Blithe (Tilda Swinton).
Impianto visivo e tematiche
Visivamente il film è d’impatto, la fotografia e la scenografia valorizzano Macao come spazio alienante, ostile e seducente al tempo stesso. La cornice è sicuramente uno degli elementi più riusciti ed importanti dell’opera.
La tematica del debito, tanto economico quanto esistenziale e morale, è ben integrato nel racconto. Doyle non agisce tanto per uscire dal debito, come classico dei dipendenti da gioco d’azzardo, quanto per restare in equilibrio instabile in esso, galleggiarci senza affogare. L’idea di quest’uomo di cui la identità è sospesa, che abita ovunque ed in nessun luogo, rende il film ancor più interessante.
Piccoli difetti
La scrittura appare a tratti dispersiva, la storia sembra prendere forza nella parte finale non riuscendo però a trovare un climax netto o una risoluzione soddisfacente. Affetto dal problema contemporaneo dei finali.
Anche il tono resta opaco e sul piano emotivo non tutti i fili narrativi si chiudono in modo convincente, sia ha la costante impressione di una deriva più che un percorso ben chiaro.
Conclusioni
La ballata di un piccolo giocatore è un film che punta più sull’atmosfera, sulla psicologia del protagonista e sul luogo che sulla trama tradizionale. Perfetto per chi ama i film che lasciano un senso di inquietudine, che non spiegano tutto e ti fanno riflettere sull’identità, sulla perdita, sull’azzardo come metafora della vita.