Kim Jong Un usò un falso passaporto per andare a Disneyland

Non Disneyland negli USA, ma Tokyo Disney in Giappone: ecco la vera storia dei passaporti falsi di Kim Jong Un

Kim Jong Un, disneyland
Credits: AP Photos
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Una delle storie più assurde riguardanti Kim Jong Un

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Per oltre un decennio, sui social media e su Reddit sono circolate voci secondo cui, nei primi anni ’90, Kim Jong Il – allora erede designato alla guida della Corea del Nord – avrebbe utilizzato passaporti falsi per portare il giovane figlio, Kim Jong Un, a visitare Disneyland negli Stati Uniti.

Post virali su X (ex Twitter), come quelli degli account @historyinmemes e @VisionaryVoid, sostengono che Kim Jong Il e il futuro leader supremo della Corea del Nord abbiano viaggiato con documenti brasiliani falsificati per accedere a destinazioni internazionali, tra cui Disneyland. Una presunta “fuga” considerata ironica per due membri di uno dei regimi più chiusi e riservati del mondo.

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Tuttavia, tra i fatti confermati e le leggende, è possibile distinguere la realtà: sebbene esistano prove che i Kim abbiano effettivamente utilizzato passaporti falsi per viaggiare all’estero, non ci sono evidenze che Kim Jong Un o il padre abbiano mai visitato un parco Disney negli Stati Uniti. Le fonti attendibili indicano invece un’altra meta: Tokyo Disney Resort, in Giappone.

Il viaggio in Giappone del 1991

Secondo quanto riportato da testate britanniche come Express e The Telegraph, e confermato da Al Jazeera, che citano a loro volta fonti giapponesi come la NHK e il quotidiano Yomiuri Shimbun, Kim Jong Un avrebbe visitato il parco di Tokyo nel 1991.

Il Yomiuri Shimbun riferì che il 12 maggio 1991, Kim Jong Un – allora di otto anni – e un altro ragazzo, presumibilmente il fratello maggiore Kim Jong-Chul, entrarono in Giappone utilizzando passaporti brasiliani falsi. I due sarebbero rimasti nel Paese per più di una settimana, visitando il Tokyo Disney Resort in diverse occasioni.

La NHK aggiunse che i due bambini erano accompagnati da un gruppo di circa dieci funzionari nordcoreani, ma non ci sono prove che Kim Jong Il fosse tra loro. Inoltre, nessuna fonte affidabile suggerisce che i membri della famiglia Kim abbiano mai visitato un parco Disney negli Stati Uniti o in altri Paesi, al di fuori del Giappone.

I passaporti falsi brasiliani

Un’inchiesta di Reuters pubblicata nel 2018 ha rivelato ulteriori dettagli sull’uso di documenti falsificati da parte dei Kim. Secondo il report, alla fine degli anni ’90 Kim Jong Il e l’allora adolescente Kim Jong Un avrebbero utilizzato passaporti brasiliani falsi per cercare di ottenere visti da ambasciate straniere.

I documenti, con timbro dell’Ambasciata del Brasile a Praga e datati 26 febbraio 1996, riportavano i nomi falsi e luoghi di nascita a San Paolo, Brasile. Le fotografie sui passaporti furono confermate come quelle di Kim Jong Il e di suo figlio Kim Jong Un.

Una fonte di sicurezza occidentale anonima citata da Reuters dichiarò che i due “hanno utilizzato questi passaporti brasiliani, che mostrano chiaramente le fotografie di Kim Jong Un e Kim Jong Il, per tentare di ottenere visti dalle ambasciate straniere”.

Kim Jong Nam e l’incidente di Narita

Un altro episodio legato ai tentativi della famiglia Kim di viaggiare in segreto è quello del fratellastro maggiore di Kim Jong Un, Kim Jong Nam. Nel 2001, Jong Nam tentò di entrare illegalmente in Giappone insieme alla moglie, al figlio di quattro anni e a un’altra donna, utilizzando un passaporto falso della Repubblica Dominicana.

Secondo quanto riportato dal Guardian e da altre fonti, la famiglia aveva intenzione di visitare Tokyo Disneyland, ma fu fermata all’aeroporto internazionale di Narita e deportata a Pechino prima di raggiungere il parco.

Il Japan Times, il 4 maggio 2001, riportò che Jong Nam ammise di essere il figlio maggiore di Kim Jong Il e confessò di voler visitare Tokyo Disneyland. Fonti sudcoreane in Giappone confermarono che era “altamente probabile” che l’uomo arrestato fosse effettivamente Kim Jong Nam, aggiungendo che aveva già viaggiato in passato nel Paese con documenti falsi.

Dopo l’incidente di Narita, Kim Jong Nam cadde in disgrazia presso il padre, che lo sostituì con Kim Jong Un come erede designato.

L’assassinio di Kim Jong Nam

Il destino di Kim Jong Nam si concluse tragicamente il 13 febbraio 2017, quando venne assassinato all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur, in Malesia, su ordine del fratello minore Kim Jong Un.

Il Wall Street Journal pubblicò il filmato delle telecamere di sicurezza che mostrava due donne aggredire Jong Nam, strofinandogli il viso con un panno imbevuto dell’agente nervino VX, una delle sostanze più letali al mondo.

Sapevate questa storia?