Il Mostro: la storia vera dietro la serie di Stefano Sollima

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Il Mostro di Firenze: il mistero che ha sconvolto l’Italia

Tra il 1968 e il 1985 la provincia di Firenze fu sconvolta da una serie di omicidi che terrorizzarono l’Italia e segnarono profondamente la storia della cronaca nera: quelli attribuiti al cosiddetto Mostro di Firenze. Le vittime erano sempre coppie di giovani amanti che cercavano intimità nelle campagne o nei boschi intorno alla città.

L’assassino agiva di notte, armato di una pistola Beretta calibro 22, uccidendo con precisione e brutalità, e in diversi casi infieriva sul corpo della donna dopo aver tolto la vita a entrambi. Il primo omicidio, avvenuto nel 1968 a Lastra a Signa, fu inizialmente interpretato come un delitto passionale: Stefano Mele venne condannato per l’uccisione della moglie e del suo amante.

Solo anni dopo si comprese che l’arma usata in quell’occasione era la stessa che sarebbe stata impiegata in una lunga catena di delitti. Dal 1974 al 1985, infatti, altre sette coppie furono assassinate con modalità analoghe nei dintorni di Firenze. L’ultimo episodio risale al settembre 1985, quando i turisti francesi Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot furono trovati morti a Scopeti.

Le indagini, complesse e spesso contraddittorie, individuarono nel tempo numerosi sospettati. Negli anni ’90 si affermò la teoria dei cosiddetti “compagni di merende”, un gruppo di uomini toscani accusati di aver agito insieme spinti da motivazioni sessuali o rituali. Figura centrale del gruppo fu Pietro Pacciani.

Contadino dal passato violento, fu condannato in primo grado nel 1994 ma assolto in appello due anni più tardi. Morì prima che potesse affrontare un nuovo processo. I suoi presunti complici, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, furono invece condannati definitivamente, sebbene le prove a loro carico fossero considerate deboli e basate su testimonianze incerte e indizi indiretti.

Nel tempo sono emerse altre interpretazioni: quella che il Mostro fosse un unico assassino mosso da pulsioni sessuali e sadiche, quella di un gruppo di mandanti che avrebbe commissionato le mutilazioni per scopi oscuri, o persino quella di un collegamento con ambienti militari o massonici. Tuttavia, nessuna di queste ipotesi è mai stata confermata.

Ancora oggi, dopo decenni di indagini, processi e nuove perizie scientifiche, l’identità del Mostro di Firenze resta sconosciuta. Il caso rimane una delle pagine più misteriose e inquietanti della storia criminale italiana, una ferita aperta nella memoria collettiva del Paese e un enigma che continua a sfuggire a ogni soluzione definitiva.

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