40 secondi, Recensione del film di Vincenzo Alfieri

In concorso alla 20esima Festa del cinema di Roma è stato presentato 40 secondi, il film di Vincenzo Alfieri che racconta la tragedia di WIlly Duarte.

40 secondi
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In concorso alla Festa del cinema di Roma è stato presentato il 17 ottobre il film 40 secondi, diretto da Vincenzo Alfieri, che racconta la tragica vicenda di cronaca nera che portò alla morte di Willy Monteiro Duarte. La pellicola uscirà in sala a partire dal 19 novembre 2025 distribuito da Eagle Pictures. Ecco la nostra recensione.

40 secondi, il tempo della banalità del male

Vincenzo Alfieri aveva l’arduo compito di riportare su schermo una tragedia ancora tanto viva nella memoria collettiva, senza banalizzarla né tantomeno spettacolarizzarla, e con piacere affermo che è riuscito nell’impresa alla perfezione.

Il nucleo tematico di 40 secondi è la banalità del male, la violenza come gesto che scatta in pochi istanti ma che è alimentata da un humus fatto di maschilismo, performatività, educazione alla violenza stessa e incapacità di comunicazione intergenerazionale. Alfieri non cerca tanto una spiegazione sociale esaustiva, quanto l’istantanea umana: mostra la quotidianità, le aspirazioni, le velleità e come tutto questo possa convergere in un attimo fatale. Il regista mette lo spettatore di fronte alla domanda morale senza offrire facili risposte.

Struttura, regia e linguaggio visivo

Il film adotta un impianto corale: non seguiamo solo Willy, ma veniamo portati nelle vite di chi ruota attorno a lui nel tentativo di comporre un mosaico che spieghi la violenza. Alfieri sceglie la scansione per episodi che accumulano piccoli dettagli fino all’escalation finale. La violenza sapientemente spesso è tenuta fuori campo, agendo come minaccia costante. Scelta ottima che crea una tensione quasi documentaristica.

La regia è tra le componente migliori, Alfieri lavora di prossimità ai volti, con inquadrature molto ravvicinate che dissotterrano micro-espressioni e frammenti di verità. L’uso della macchina da presa sempre incollata ai personaggi, genera empatia senza mai scadere nella retorica. Il montaggio frammentato aiuta molto lo stile narrativo, risultando un enorme plus.

Le interpretazioni

Tra le performance spicca Justin De Vivo nei panni di Willy, non un’icona, non un martire, ma un ragazzo di carne e ossa e la sua quotidianità la cui bontà emerge nei piccoli gesti piuttosto che nei proclami. Francesco Gheghi e il resto del cast funzionano, danno vita ad una galassia di personaggi credibili. L’approccio corale serve a smontare l’idea di “mostro” isolato, il film mostra contesti, complici di sguardi e silenzi che alimentano la tragedia.

Punti deboli

Tra i pochi punti deboli di quest’opera abbiamo la poca esplorazione delle radici, il regista si concentra più sui sintomi che portano al dramma tralasciando le origini, pur funzionando lo stesso sul piano emotivo e stilistico. Altro neo un epilogo che si dilunga troppo, e un’ultima inquadratura francamente evitabile.

Conclusioni

40 secondi è un film necessario e coraggioso: una ricostruzione empatica che preferisce la prossimità ai volti alla spettacolarizzazione della violenza. Sul piano cinematografico Alfieri dimostra sensibilità registica e controllo stilistico, confezionando un’opera che colpisce e resta. Per chi cerca un film che ricordi una vicenda drammatica restituendone l’umanità e l’urgenza morale, questo lungometraggio è perfetto.

Utile come banco di riflessione su quanto un gesto coraggioso possa essere spezzato dalla stupidità e la violenza sociale. 40 secondi non da risposte facili, e questo probabilmente è il suo pregio maggiore. Porta lo spettatore dentro la domanda, lasciando a ciascuno il compito di interrogarsi dopo l’uscita dalla sala. Tanto amaro quanto potente, tanto fragile quanto impattante, semplicemente l’orrore della banalità del male.

40 secondi, il cast

-Willy Monteiro Duarte, interpretato da Justin De Vivo

-Cosimo, interpretato da Enrico Borrello

-Il prof, interpretato da Sergio Rubini

-Michelle, interpretata da Beatrice Puccilli

-Ludovico, interpretato da Francesco Di Leva

40 secondi, il trailer del film

RECENSIONE
Voto:
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