Parla Natalie Portman
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Al Festival del Cinema Lumière di Lione, Natalie Portman ha condiviso un momento di forte emozione riflettendo sulle notizie provenienti dalla sua città natale, Gerusalemme. L’attrice e regista premio Oscar ha definito la fine della guerra e il rilascio di ostaggi e prigionieri “un giorno memorabile”, sottolineando come la pace sia la vera protagonista di questo momento storico.
Intervenendo lunedì al festival, Natalie Portman ha risposto con commozione alla domanda del direttore Thierry Frémaux su dove si trovasse nel giorno della notizia:
Beh, sono di Gerusalemme, sono nata a Gerusalemme. Quindi oggi è un giorno molto, molto emozionante. Vedere la fine della guerra oggi, la liberazione e lo scambio dei prigionieri e degli ostaggi è davvero un giorno memorabile, e sembra quasi folle parlare di qualsiasi altra cosa che non sia celebrare, si spera, la pace
Ospite d’onore del Festival Lumière 2025, che quest’anno celebra la sua carriera con una retrospettiva delle sue opere, Natalie Portman ha presentato la proiezione di Il cigno nero all’Auditorium di Lione, gremito in ogni ordine di posti. Durante la serata, l’attrice ha anche presentato Arco, un film d’animazione da lei prodotto insieme a Sophie Mas attraverso la loro etichetta MountainA. L’opera, in anteprima al Lumière, uscirà questa settimana nelle sale francesi.
Sento decisamente il bisogno di portare positività nel mondo in questo momento – ha dichiarato Natalie Portman. Abbiamo prodotto Arco, un film incredibilmente positivo e attuale. E gli ultimi due film che ho prodotto e in cui ho recitato sono commedie: The Gallerist e Good Sex, che usciranno l’anno prossimo, quindi al momento sono decisamente orientata verso la luce
Riflettendo sull’evoluzione dell’industria cinematografica, Natalie Portman ha espresso il suo interesse per l’impatto della tecnologia sulla creatività artistica:
Sono ovviamente interessata a tutte le forme di espressione e sono anche curiosa di vedere quale innovazione ci sia di fronte a tutte le nuove tecnologie, perché penso che quando ci sono nuove tecnologie come quella che stiamo affrontando ora con l’intelligenza artificiale, è allora che le persone diventano davvero creative e le forme cambiano – come con la fotografia – quindi sono curiosa di sapere cosa succederà nel nostro settore
Presentando Il cigno nero, l’attrice ha ricordato il suo legame con la danza classica, praticata fin da bambina, definendola “una forma di espressione che non ha eguali in termini di emozioni umane”.
Descrivendo la collaborazione con il regista Darren Aronofsky come “un sogno assoluto”, Portman – da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle donne – ha raccontato come la sua esperienza di ex attrice bambina abbia influenzato la sua indipendenza artistica e la sua visione dell’autoespressione femminile:
Le ragazze nel balletto sono infantilizzate, vengono chiamate ‘ragazze’ e non ‘donne’, viene chiesto loro di mantenere i loro corpi come ragazze e non come donne, e quindi c’era un particolare, per me, nell’essere in questa posizione di artista bambina che cerca di compiacere il tipo di figura genitoriale che è il tuo regista o il direttore della compagnia, e diventare qualcuno che cerca lei stessa quel piacere: diventare un’artista significa trovare piacere per se stessi e non fare nulla per nessun altro.
Che ne pensate?