Diddy condannato a quattro anni di prigione

Sean “Diddy” Combs condannato a 50 mesi di carcere per violazione del Mann Act al termine di uno dei processi più discussi dell'ultimo periodo

Diddy
Credits: Axelle/Bauer-Griffin via NYT
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Arriva la parola fine sul caso Diddy

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Sean “Diddy” Combs è stato condannato a 50 mesi (4 anni e 2 mesi) di reclusione, dopo essere stato riconosciuto colpevole di due capi d’imputazione per trasporto a scopo di prostituzione ai sensi del Mann Act. Durante la pronuncia, il giudice Arun Subramanian ha precisato che Combs potrà detrarre la pena corrispondente ai 12 mesi già scontati in custodia cautelare. Gli avvocati di Combs dovrebbero presentare ricorso in tempi rapidi.

Il contesto della condanna e la sentenza

Al termine di un processo durato otto settimane, che ha visto testimoniare 34 persone contro l’imprenditore musicale, il giudice Subramanian ha voluto tenere in considerazione la storia personale di Diddy e il suo impatto sulla comunità afroamericana. Il giudice ha evidenziato il contributo filantropico di Combs come meritevole, ma ha chiarito che la gravità dei fatti – in particolare la violenza – fosse un elemento decisivo nel determinare la durata della pena.

Tra le prove presentate, è stato mostrato un video dell’hotel del 2016 in cui Diddy infliggeva un’aggressione alla signora Ventura, considerato nel suo complesso come uno dei comportamenti più gravi dell’imputazione. Secondo il giudice, tali atti hanno causato danni irreparabili alle vittime.

La pena stabilita è di 50 mesi di carcere, una multa da 500.000 dollari e cinque anni di libertà vigilata. Subramanian ha voluto omaggiare le vittime – da Ventura ad altre testimoni – definendole donne forti che hanno raccontato storie dolorose. “Vi abbiamo ascoltato”, ha detto, aggiungendo che la violenza domestica “non può rimanere nascosta”. Rivolgendosi a Diddy, il giudice ha affermato che i suoi crimini resteranno per sempre associati alla sua persona, ma che può scegliere di reinventare il suo impegno anche in favore delle vittime, utilizzando il suo potere come strumento di supporto.

Durante l’udienza, Diddy ha reso un appello al giudice, chiedendo clemenza, offrendo scuse personali a Casandra Ventura, a “Jane” e ad altre vittime e definendo il suo attacco del 2016 come “disgustoso, vergognoso e malato”. Ha citato la dipendenza da sostanze e il suo ego come fattori che lo hanno portato alla rovina, pur affermando di non volersi giustificare. Nel testo, ha riconosciuto di aver perso la libertà, l’affetto dei figli e l’amor proprio, sostenendo di aver raggiunto un punto di rottura: “Ora mi odio”.

Diddy si è rivolto ai sei figli adulti presenti in aula, chiedendo loro perdono e affermando che non metterà mai più le mani su nessuno. Ha implorato una pena leggera per potersi ricongiungere con la famiglia. Dopo il verdetto di colpevolezza pronunciato a luglio, gli avvocati avevano richiesto una condanna di 14 mesi, che avrebbe potuto condurre al rilascio entro l’anno in corso, considerando il tempo già scontato.

In apertura della fase della condanna, i procuratori federali avevano sostenuto che Diddy meritasse almeno quattro-cinque anni di carcere; più recentemente, hanno rivisto la richiesta verso più di undici anni. Le difese hanno contestato, sostenendo che le relazioni tra Combs e le accusatrici fossero state consensuali, sebbene disfunzionali, e non parte di un’operazione criminale sistematica.

Durante la discussione in aula, il pubblico ministero Christy Slavik ha sottolineato che Diddy non ha mai ammesso la propria responsabilità né mostrato reali segni di pentimento, definendo le argomentazioni difensive “incoerenti con la realtà”. Ha rimarcato che il rispetto di Combs per la legge è meramente formale e si è soffermata sul fatto che Combs avesse pianificato un impegno a Miami nel prossimo futuro, definendolo un eccesso d’arroganza.

Sul fronte difensivo, Nicole Westmoreland è scoppiata in lacrime mentre descriveva Diddy come fonte d’ispirazione e raccontava le attività che avrebbe svolto dietro le sbarre (tra cui un corso imprenditoriale per detenuti).

Tutti e sei i figli adulti di Combs hanno preso la parola, difendendo la sua figura e chiedendo clemenza: “È completamente cambiato”, ha detto Christian Combs; le figlie Jessie, Chance e D’Lila hanno affermato che la famiglia non può crescere senza la loro figura paterna. Subramanian ha ringraziato i figli per essere intervenuti e ha sottolineato l’importanza di ascoltarli.

L’avvocato Brian Steel ha attribuito la violenza di Combs a traumi irrisolti e una “feroce tossicodipendenza” sviluppatasi dopo interventi medici del 2000, con uso di antidolorifici. Ha raccontato che Combs sarebbe stato aggredito in prigione da un detenuto armato, che le guardie lo avrebbero salvato mentre era sopra di lui, e che nel corso dell’ultimo anno non avrebbe dormito più di due ore consecutive né visto la luce del giorno al di fuori degli spostamenti per il tribunale. Il detenuto avrebbe denunciato condizioni degradanti: acqua inquinata, cibo scadente, urla notturne e isolamento continuo.

Pochi giorni prima della condanna, Combs aveva presentato una lettera al giudice in cui chiedeva clemenza, definendo il suo dolore e la sua distruzione personale. In parallelo, Ventura ha depositato una propria lettera in cui ha raccontato di essere ancora tormentata da incubi legati all’aggressione del 2016.

In una dichiarazione rilasciata a Variety, gli avvocati di Ventura hanno affermato che la sentenza riconosce l’impatto dei reati commessi da Combs e hanno sottolineato la fiducia nella capacità della vittima di continuare il percorso di guarigione. Nel corso del processo, i pubblici ministeri avevano delineato Combs come il capo di un’organizzazione criminale dedita al traffico sessuale, mentre le difese lo avevano descritt0 come un pornografo dilettante con relazioni consensuali, seppur conflittuali.

Dopo il verdetto, la famiglia e il team difensivo hanno reagito con emozione. Combs ha alzato il pugno e ringraziato la giuria. In seguito, è stato rimosso il procuratore capo Maurene Comey dal Dipartimento di Giustizia, senza motivazioni ufficiali. In un’intervista ad agosto, il principale difensore Marc Agnifilo aveva affermato che Combs ha avuto un processo il più equo possibile e auspicato che, una volta scontata la pena, potrà dedicarsi a un’opera di riscatto e impegno forse trascurata nei primi anni della sua carriera.

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