Elon Musk lancia la campagna ‘Cancella Netflix’

Elon Musk lancia la campagna Cancella Netflix: accuse di agenda woke e contenuti pro-trans. Ecco reazioni, polemiche e silenzio dell’azienda.

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Credits: TED / YouTube
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Elon Musk attacca Netflix

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Elon Musk, autoproclamatosi “assolutista della libertà di parola”, ha avviato una campagna virale contro Netflix, invitando i suoi oltre 227 milioni di follower su X (ex Twitter) a cancellare l’abbonamento alla piattaforma. Il miliardario, che ha dichiarato di aver personalmente disdetto il servizio, negli ultimi tre giorni ha pubblicato e ricondiviso almeno 26 post contro l’azienda, accusandola di promuovere un’“agenda transgender woke” nei contenuti rivolti ai bambini.

Secondo Musk, i programmi Netflix metterebbero a rischio la salute dei più piccoli. In un post del 1° ottobre ha scritto: Cancella Netflix per la salute dei tuoi figli, citando un meme che paragonava i contenuti inclusivi della piattaforma a un cavallo di Troia diretto verso i bambini.

L’origine della polemica

La campagna anti-Netflix di Elon Musk è iniziata martedì, quando ha commentato Questo non va bene in risposta a un post di Libs of TikTok che denunciava la serie animata Dead End: Paranormal Park. Il cartone, classificato TV-Y7 (adatto dai 7 anni in su), ha come protagonista un personaggio transgender. Nonostante Netflix abbia già cancellato la serie dopo due stagioni e non la stia più promuovendo, Musk ha rilanciato le critiche, ampliandole ad altri titoli della piattaforma.

Da allora, il magnate ha condiviso post che accusavano Netflix di inserire tematiche pro-trans in programmi per bambini come CoComelon e The Baby-Sitters Club. Ha inoltre sostenuto accuse di discriminazione anti-bianchi nelle politiche di assunzione e criticato le donazioni politiche dei dirigenti di Netflix a favore del Partito Democratico. L’azienda, al momento, ha rifiutato di commentare.

L’eco politica e culturale

Giovedì Elon Musk ha approvato un commento che accusava Netflix di spingere attivamente la propaganda transgender, citando un articolo del blog ufficiale Tudum dedicato alla Giornata della visibilità trans del marzo 2025. In altri post ha sostenuto accuse secondo cui Netflix starebbe sessualizzando i bambini attraverso contenuti presentati come intrattenimento infantile.

Mercoledì ha anche rilanciato la definizione demoniaca data da un utente a una presunta scena di CoComelon che mostrerebbe genitori gay interrazziali intenti a crescere un bambino transgender. Sempre nello stesso giorno ha condiviso un post dei Libs of TikTok secondo cui il 100% delle donazioni politiche dei dipendenti Netflix nel 2024 sarebbe andato ai Democratici. Elon Musk ha quindi commentato Cancella Netflix in risposta al Diversity & Inclusion Report 2023 dell’azienda, criticando i dati che mostrano l’aumento di registi e protagonisti provenienti da minoranze.

Il legame con la vicenda personale

La posizione di Elon Musk è legata anche alla sua storia familiare. La figlia transgender, Vivian Wilson, nel 2022 ha cambiato nome e genere. Musk ha dichiarato di averla “persa” a causa del “virus della mente woke” e di essere stato ingannato nell’approvare le sue cure di genere. Vivian ha replicato affermando che il padre non era presente durante la sua infanzia e che nei rari momenti condivisi sarebbe stata vittima di molestie per la sua femminilità e queerness.

Reazioni e precedenti

Tra i sostenitori della campagna di Elon Musk c’è l’attore e comico conservatore Rob Schneider, che lo ha ringraziato per essersi opposto a quella che definisce “programmazione di indottrinamento transgender” su Netflix e Disney. Non mancano però le critiche: Tommy Vietor, cofondatore di Crooked Media, ha accusato Elon Musk di essere passato da “assolutista della libertà di parola” a un esponente della cancel culture più reazionaria.

Non è la prima volta che Netflix si trova al centro di polemiche e boicottaggi. Nel 2020 la piattaforma era stata travolta dalle critiche per il film Cuties, accusato di sessualizzare le minorenni, con un’ondata di cancellazioni durata però solo pochi giorni. Nel 2021 il colosso dello streaming aveva difeso Dave Chappelle dopo le polemiche per i suoi commenti anti-trans nello speciale The Closer, nonostante la protesta di parte dei dipendenti.

La posizione ufficiale di Netflix

Nel proprio Culture Memo, Netflix ribadisce il principio di “espressione artistica” e sottolinea come la diversità di storie e prospettive rifletta la varietà culturale dei suoi abbonati. L’azienda afferma inoltre che i dipendenti devono essere pronti a lavorare su contenuti che potrebbero non riflettere i loro valori personali e che chi non condivide questa visione potrebbe non trovarsi a proprio agio in azienda.

Ad oggi, i dirigenti di Netflix non hanno risposto pubblicamente alla campagna Cancella Netflix lanciata da Musk, mentre resta da capire se il boicottaggio potrà avere un impatto concreto sugli abbonamenti, dato che la società non pubblica più i dati trimestrali degli utenti.

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