Morta Jane Goodall, l’esperta di scimpanzè aveva 91 anni

A 91 anni ci ha lasciati Jane Goodall, iconica esperta di scimpanzè che con il suoi lavoro ha cambiato il modo di vedere questi animali

jane goodall
Credits: Vincent Calmel
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Addio a Jane Goodall

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Il mondo della scienza e della conservazione ambientale piange la scomparsa di Jane Goodall, la più celebre primatologa contemporanea. Considerata un punto di riferimento assoluto nello studio degli scimpanzé, Goodall si è spenta mercoledì 1 ottobre 2025, all’età di 91 anni, mentre si trovava a Los Angeles per un ciclo di conferenze negli Stati Uniti.

Il Jane Goodall Institute ha diffuso una nota ufficiale con queste parole:

Il Jane Goodall Institute ha appreso questa mattina, mercoledì 1 ottobre 2025, che la Dott.ssa Jane Goodall DBE, Messaggera di Pace delle Nazioni Unite e Fondatrice del Jane Goodall Institute, è deceduta per cause naturali. Si trovava in California durante il suo tour di conferenze negli Stati Uniti

Una vita tra scienza, documentari e divulgazione

Il nome di Jane Goodall è legato non solo alla ricerca, ma anche alla capacità di portare la scienza al grande pubblico. Nel corso della sua carriera è stata protagonista di oltre 40 documentari realizzati da National Geographic, Animal Planet, Disneynature e molte altre produzioni internazionali.

Il suo lavoro è stato raccontato in profondità nel film “Jane” del 2017, costruito con 140 ore di filmati d’archivio del National Geographic e premiato con due Primetime Emmy. Più di recente, il grande schermo le ha reso omaggio con il documentario Imax “Jane Goodall: Reasons for Hope” (2023), dedicato ai progetti di ripristino degli ecosistemi che aveva promosso in diverse aree del pianeta. Non sono mancate incursioni nella cultura popolare: la sua voce è comparsa anche in serie animate di fama mondiale come I Simpson e The Wild Thornberries.

Le scoperte che hanno cambiato la primatologia

Il destino scientifico di Goodall prese forma negli anni Cinquanta, quando si trasferì in Kenya e iniziò a collaborare con il grande antropologo Louis S.B. Leakey, che intuì subito il suo straordinario talento. Fu proprio durante le sue ricerche in Tanzania, nel 1960, che fece una scoperta destinata a rivoluzionare la primatologia: gli scimpanzé erano in grado di costruire e utilizzare utensili.

Infrangendo le regole accademiche del tempo, decise di dare un nome a ogni scimpanzé, rifiutando di considerarli semplici numeri. Con il passare degli anni, arrivò a conquistare un posto unico: essere accettata all’interno della società degli scimpanzé stessi, un riconoscimento che nessun altro scienziato aveva mai ottenuto.

L’attivismo e l’eredità istituzionale

La sua visione non si limitava al mondo accademico. Nel 1977 fondò il Jane Goodall Institute, con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica sulle grandi scimmie e, allo stesso tempo, promuovere la conservazione degli habitat naturali. A questo affiancò Roots & Shoots, un programma dedicato ai giovani di tutto il mondo, e TACARE, un’iniziativa pensata per incoraggiare pratiche di sviluppo sostenibile nei villaggi africani.

Instancabile viaggiatrice, Goodall non smise mai di partecipare a conferenze internazionali, affrontando i temi più urgenti della nostra epoca: dalla crisi climatica alla tutela delle specie in pericolo, fino al rispetto del comportamento animale.

Un addio che lascia un’eredità incancellabile

La scomparsa di Jane Goodall segna la fine di un’epoca, ma non spegne l’impatto delle sue idee. Con coraggio, determinazione e un’infinita empatia verso il mondo naturale, ha dimostrato che la scienza può dialogare con l’opinione pubblica e trasformarsi in azione concreta.

Il suo lavoro continuerà a vivere attraverso gli istituti, i programmi educativi e i milioni di persone che ha ispirato in oltre mezzo secolo di attività. Jane Goodall non è stata soltanto una scienziata: è diventata un simbolo universale di speranza e di rispetto per la vita.

Riposa in pace, Jane.