Il cavaliere oscuro – Il ritorno: finale spiegato da Goyer

Il finale de Il cavaliere oscuro – Il ritorno non è più un mistero: David S. Goyer svela il vero destino di Bruce Wayne e il senso della scena conclusiva.

Il cavaliere oscuro – Il ritorno
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Un po’ di chiarezza sul finale de Il cavaliere oscuro – Il ritorno

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Sono passati più di dieci anni dall’uscita di Il cavaliere oscuro – Il ritorno, terzo e ultimo capitolo della trilogia diretta da Christopher Nolan, e ancora oggi il finale resta uno dei momenti più discussi della saga. Proprio come accaduto con la celebre trottola di Inception, Nolan ha lasciato spazio a più interpretazioni, alimentando per anni teorie e dibattiti tra fan e critici.

Nel film, il sacrificio di Bruce Wayne sembra segnare la sua definitiva uscita di scena: vediamo Batman trasportare lontano da Gotham una testata nucleare, accettando la morte pur di salvare la città. I cittadini lo onorano come un martire e i suoi compagni lo piangono. Ma subito dopo arriva la svolta: Alfred, durante una vacanza a Firenze, intravede il suo ex-padrone seduto a un tavolo accanto a Selina Kyle, sereno e sorridente.

Quella sequenza de Il cavaliere oscuro – Il ritorno è stata a lungo interpretata in due modi contrapposti. C’è chi l’ha letta come una pura visione, un sogno di Alfred, legato a ciò che il maggiordomo aveva confidato a Bruce nel corso della storia:

Ogni anno facevo una vacanza. Andavo a Firenze. C’è un cafè sulle rive dell’Arno. Ogni sera andavo a sedermi lì e ordinavo un Fernet Branca. E avevo un sogno: che un giorno guardando tra la gente e i tavoli, l’avrei vista lì, con sua moglie, e magari con un paio di marmocchi. Lei non mi avrebbe detto una parola, e nemmeno io a lei. Ma entrambi avremmo saputo che ce l’aveva fatta. Che era felice.

Per anni, questa ambiguità ha diviso il pubblico. Ma nelle ultime ore David S. Goyer, co-sceneggiatore de Il cavaliere oscuro – Il ritorno, ha chiarito una volta per tutte l’intenzione alla base della scena. Intervenuto al podcast Phase Hero, Goyer ha ricordato come nacque quell’idea, confermando che si trattava di un vero e proprio nuovo inizio per Bruce:

Ricordo che la prima idea venuta a tavola era proprio quella scena. Alfred è il suo padre putativo; teme che Bruce veda solo la morte come via d’uscita. E poi, in quel momento, lo vede e capisce che ce l’ha fatta. Ci siamo detti: “Ecco una storia che vale la pena raccontare”

Con queste parole viene quindi ribadito che Bruce non è morto, ma ha scelto di abbandonare il mantello e i fantasmi del passato, trovando finalmente la pace lontano da Gotham. Se fosse stato davvero un epilogo funesto, lo scambio con Alfred non avrebbe avuto lo stesso peso emotivo, né quella forza simbolica che rende la scena così potente.

La decisione di Nolan e Goyer permette alla trilogia de Il cavaliere oscuro di chiudersi in modo coerente con il percorso iniziato in Batman Begins: l’idea che Batman non sia soltanto un uomo, ma un simbolo in grado di sopravvivere oltre la persona che lo incarna. In questo modo Gotham ottiene l’eroe che merita, mentre Bruce ottiene la libertà che desiderava da sempre.

Che ne pensate? Avete apprezzato il finale de Il cavaliere oscuro – Il ritorno?