Cinquant’anni fa Bruce Springsteen appariva per la prima volta sulla copertina di Time, affiancato nello stesso giorno da quella di Newsweek. Era il 1975 e il giovane musicista veniva presentato come la nuova promessa del rock americano, destinata a cambiare la storia. Oggi, mezzo secolo dopo, il Boss torna sulle stesse pagine, con un bilancio che intreccia musica, vita personale e impegno civile. L’occasione è il 50° anniversario del suo album più iconico, Born to Run, ma l’intervista si allarga a riflessioni che toccano la sua carriera, la famiglia, la terapia e, soprattutto, la politica statunitense.
Il punto più sorprendente dell’intervista riguarda però il suo giudizio sulla situazione politica americana e, in particolare, sul presidente Donald Trump. Dopo un iniziale riserbo, il Boss negli anni non ha esitato a criticare duramente l’inquilino della Casa Bianca, arrivando a scontrarsi apertamente con lui dopo le ultime elezioni. Oggi, le sue parole risultano ancora più dirette.
Se voglio rimanere fedele a ciò che ho cercato di essere… non posso dare carta bianca a questi tizi. Molti hanno creduto alle sue bugie. Non gli importa dei dimenticati – di chiunque tranne se stesso e dei multimiliardari che lo hanno sostenuto il giorno dell’insediamento
Bruce Springsteen riconosce tuttavia che una parte consistente del Paese ha trovato nelle politiche di Trump qualcosa di rassicurante:
Bisogna accettare il fatto che un buon numero di americani si sente semplicemente a suo agio con la sua politica di potere e dominio
Quanto agli insulti ricevuti dal presidente, ribatte senza esitazione:
Non mi importa assolutamente nulla di quello che pensa di me… È la personificazione vivente dello scopo del 25° emendamento e dell’impeachment. Se il Congresso avesse un minimo di coraggio, lo consegnerebbe alla spazzatura della storia
Il Boss non risparmia critiche nemmeno al Partito Democratico, accusato di aver reagito con scarsa efficacia alle iniziative repubblicane.
Abbiamo un disperato bisogno di un partito alternativo efficace, o che il Partito Democratico trovi qualcuno che possa parlare alla maggioranza della nazione. C’è un problema con il linguaggio che usano e con il modo in cui cercano di raggiungere le persone”.
Che ne pensate di queste parole di Bruce Springsteen?