Un’infanzia africana segnata dal deserto, gli occhi di Peter O’Toole e un cinema costruito dai fascisti ad Addis Abeba. Un presente fatto di set internazionali, star di Hollywood e nuove riflessioni politiche. Luca Guadagnino, tra i registi italiani più noti e discussi nel mondo, si racconta in un’intervista al Corriere della Sera intrecciando ricordi personali, visioni artistiche e convinzioni ideologiche.
Il suo primo ricordo è già una scena cinematografica:
Una distesa di sabbia, e due occhi azzurri
Alla domanda “Quale sabbia, quali occhi?”, Luca Guadagnino precisa:
La sabbia è il Sahara, gli occhi azzurri sono quelli di Peter O’Toole. Sono in braccio a mia madre, e sto vedendo Lawrence d’Arabia di David Lean in uno splendido cinema costruito dai fascisti ad Addis Abeba, dove ho vissuto i primi sei anni. Quella per me fu una vera e propria scena primaria: tra l’altro mia madre era “innamorata” di Peter O’Toole, e mio padre aveva gli occhi azzurri
Nato a Palermo nel 1971, ma cresciuto in Etiopia, Luca Guadagnino racconta l’origine cosmopolita della sua famiglia, l’incontro tra i genitori a Casablanca, la madre Alia «troppo pudica per raccontare i fatti e forse i segreti» e il padre insegnante, «un irrequieto» che «era troppo piccolo per la Resistenza e troppo grande per il Sessantotto».
Il dialogo con il Corriere attraversa le tappe principali della sua carriera: l’incontro decisivo con Timothée Chalamet («tu diventerai una star»), la scelta di ambientare Chiamami col tuo nome nella campagna lombarda e non al mare, il remake di Suspiria calato nella Berlino divisa dal Muro.
Sul nuovo film After the Hunt, ambientato in un campus americano ma girato interamente a Londra, Luca Guadagnino rivela:
No. Amazon, che finanzia il film, ha valutato che la legge lo consentisse. Nessun personaggio del film però nomina mai la parola Yale
Il rapporto con Julia Roberts, protagonista del film, è descritto con naturalezza:
Straordinario. Ci siamo incontrati in un party a Los Angeles, e siamo diventati subito amici intimi. È una star famosa in tutto il mondo, ed è nel contempo una persona dall’umanità profonda, di una leggerezza e di una perspicacia pazzesca, animata da un grande amore per l’arte.
Non manca una riflessione politica, a partire dal fenomeno Trump:
Al di là della natura virulenta della comunicazione dei populisti con tendenza autocratica, direi con gli errori dei democratici. Già nel 2016 lo dicevo ai miei amici liberal, colti, cosmopoliti: Trump vincerà. Loro sorridevano: impossibile. (…) Per me, che sono di estrema sinistra, ci vorrebbe una ricodificazione della sinistra-sinistra per opporsi a tutto questo. Io simpatizzo per una sinistra alla Ken Loach, che non si compromette con le ragioni economiche delle corporations
Senza nascondere il paradosso di lavorare con Amazon, che ha finanziato il suo ultimo progetto:
Certo. Ma nel fare i miei film mi lasciano totale libertà produttiva e creativa. Ciò non toglie che credo nella supremazia dello Stato sui poteri economici e della democrazia rappresentativa sul potere delle lobby economiche
Dall’Africa all’Italia degli anni ’80, Luca Guadagnino ricorda Palermo in piena guerra di mafia («abitavamo in via Notarbartolo, accanto a Falcone») e gli incontri formativi con Laura Betti, nella cui casa cucinava «un’impressionante quantità di polpette» per artisti e intellettuali.
C’è spazio anche per confessioni intime:
Ho avuto pochissimi amori, lunghi e duraturi. Klaus Mann, il figlio di Thomas, scrive che si ama sempre lo stesso volto, e lo si cerca per tutta la vita
Non risparmia neppure Fellini:
Punto di vista personale: lo trovo noioso, prevedibile, tranne in alcuni capolavori, come La strada e Giulietta degli Spiriti, tutti rischiarati dalla presenza di Giulietta Masina.
E su 8 e mezzo:
Poteva durare un’ora in meno
Infine, una riflessione metafisica:
Qualcosa di noi resta. La nostra essenza. Quello che abbiamo fatto. Il nostro vissuto lascia un residuo che non si può annullare. I grandi artisti, ad esempio, restano nell’aria, come una vibrazione. Oppure trasmigrano, in qualche forma
E i film della sua vita? Luca Guadagnino ne cita cinque:
Aurora di Murnau, Jeanne Dielman di Chantal Akerman, L’Impero dei sensi di Oshima, Viaggio in Italia di Rossellini e La luna di Bertolucci