Quando Ghost of Tsushima uscì nel 2020, si impose immediatamente come uno degli open world più affascinanti e curati della scorsa generazione. Creare un seguito all’altezza di un titolo tanto amato non era un compito facile, ma Sucker Punch ha deciso di raccogliere la sfida e alzare ulteriormente l’asticella. Con Ghost of Yotei ci troviamo di fronte a un’opera che non solo porta avanti l’eredità di Jin Sakai, ma prova a raccontare una nuova storia, con una nuova protagonista e in un mondo ancora più vivo, variegato e spettacolare. Il risultato è un’esperienza che riesce a intrattenere, sorprendere e commuovere, pur senza evitare qualche caduta di ritmo lungo il percorso.
Una storia nota, ma avvincente
La trama di Ghost of Yotei non reinventa la ruota. Siamo di fronte a una vicenda che, seppur ben scritta, si basa su schemi narrativi piuttosto classici: il conflitto tra onore e sopravvivenza, la ricerca di giustizia personale, la lotta contro un oppressore spietato. Eppure, grazie a una sceneggiatura solida e a colpi di scena ben calibrati, la storia riesce a catturare l’attenzione dall’inizio alla fine.
La protagonista, Atsu, è una giovane guerriera che si trova catapultata in una guerra più grande di lei, una storia di vendetta e furia ceca. Il suo percorso di crescita, che la porta da semplice sopravvissuta a figura di riferimento per l’intera regione di Yotei, è raccontato con cura e sfumature emotive. Atsu non fa rimpiangere Jin: anzi, in molti momenti riesce a raggiungerlo in carisma e spessore.
A contrapporsi a lei troviamo Lord Saito, un antagonista che incarna il volto del terrore e della tirannia. La sua crudeltà non è mai fine a sé stessa, ma radicata in una visione distorta del potere e della giustizia. Ogni incontro con Saito è carico di tensione, e il crescendo narrativo porta a un finale che, pur essendo in parte prevedibile, risulta soddisfacente e coerente.
Personaggi che danno vita al mondo
Uno dei punti di forza di Ghost of Yotei è la sua galleria di personaggi. Non solo i protagonisti, ma anche le figure secondarie sono scritte con attenzione. Samuraï, contadini, mercanti, monaci: ognuno contribuisce a dare vita a un mondo che sembra respirare. Anche le missioni secondarie, sebbene talvolta ripetitive, riescono a introdurre piccole storie personali che arricchiscono il quadro generale. È proprio questa coralità a rendere Yotei un luogo che non si limita a fare da sfondo, ma diventa esso stesso parte integrante del racconto.
Un sistema di combattimento rinnovato
Dal punto di vista del gameplay, Ghost of Yotei non si limita a replicare quanto visto in Tsushima. Il sistema di combattimento è stato raffinato e ampliato: nuove armi, nuove tecniche e una maggiore varietà di approcci permettono di affrontare le battaglie in modi sempre diversi.
Il combattimento di Ghost of Yotei rimane basato sul ritmo e sulla precisione, ma l’introduzione di nuove stance e la possibilità di combinare abilità stealth e attacchi diretti rende ogni scontro più strategico. Inoltre, il gioco premia sia chi preferisce lo scontro leale in pieno stile samurai, sia chi opta per uno stile più “fantasma”, fatto di imboscate e trappole. Questo bilanciamento evita la sensazione di ripetitività che, sul lungo periodo, può affliggere molti open world.
Yotei: un mondo vivo e mozzafiato
Se c’è un elemento in cui Sucker Punch continua a eccellere, è la creazione di mondi di gioco visivamente straordinari. Yotei è un luogo meraviglioso, ricco di panorami mozzafiato e di piccoli dettagli che invitano all’esplorazione. La neve che scricchiola sotto i passi, il vento che piega gli alberi di bambù, i templi arroccati sulle montagne: ogni scorcio sembra una cartolina, e spesso ci si ritrova a fermarsi solo per ammirare il paesaggio.
La scelta di includere zone climatiche molto diverse tra loro – dalle pianure verdi ai boschi innevati, dai villaggi costieri ai picchi montani – contribuisce a mantenere viva la curiosità del giocatore. La direzione artistica riesce a sfruttare al meglio vento, neve, pioggia e sole, creando un’esperienza visiva che va ben oltre il semplice fotorealismo.
I difetti: la ripetitività delle attività secondarie
Per quantoGhost of Yotei riesca a stupire in molti aspetti, non è un gioco perfetto. La principale critica riguarda la gestione delle attività secondarie. Ce ne sono tante, forse troppe, e spesso si riducono a schemi già visti: liberare un avamposto, scortare un NPC, recuperare un oggetto. Dopo decine di ore, questo può portare a una certa sensazione di monotonia.
Anche l’esplorazione a cavallo, sebbene inizialmente affascinante, tende a perdere la sua attrattiva dopo molte ore di gioco. Il mondo resta splendido, ma la voglia di scoprire ogni angolo di Yotei può affievolirsi quando le ricompense non sono abbastanza variegate o significative.
Conclusioni
Ghost of Yotei è, in definitiva, un seguito degno del suo predecessore e un esempio di come un open world possa raccontare una storia epica senza sacrificare la qualità del gameplay. Nonostante una trama che pesca a piene mani da cliché del genere, i personaggi e la scrittura riescono a dare spessore all’avventura. Il sistema di combattimento, arricchito e reso più vario, mantiene alta la tensione per tutta la durata dell’esperienza, mentre il mondo di gioco rimane il vero protagonista, uno scenario vivo e pulsante che invita a essere esplorato.
I difetti, per quanto presenti, non riescono a intaccare la qualità complessiva del titolo. Le attività secondarie ripetitive e la leggera stanchezza che può sopraggiungere nelle fasi finali sono piccoli compromessi in un’opera che trasuda passione e cura per i dettagli.
Se avete amato Ghost of Tsushima, troverete in Ghost of Yotei un seguito capace di emozionare, sorprendere e migliorare sotto molti aspetti. Non è perfetto, ma è un viaggio che vale assolutamente la pena intraprendere, un tributo all’arte del racconto interattivo e un’ulteriore dimostrazione del talento di Sucker Punch nel creare mondi memorabili.