DiCaprio svela i segreti della scena in Wolf of Wall Street

Ospite del podcast New Heights, Leonardo DiCaprio ha svelato i segreti dietro l'iconica scena del Quaaludes in The Wolf of Wall Street

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Parla Leonardo DiCaprio

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Leonardo DiCaprio è tornato a parlare di uno dei momenti più memorabili della sua carriera: la famigerata sequenza dei Quaalude in The Wolf of Wall Street. Lo ha fatto durante un’ospitata a sorpresa nel podcast New Heights, condotto dai fratelli Travis e Jason Kelce, dove era presente insieme a Benicio Del Toro per promuovere il nuovo film Una Battaglia Dopo L’Altra.

DiCaprio ha raccontato che la scena in cui il suo personaggio, Jordan Belfort, cede agli effetti di Quaalude scaduti insieme a Donnie Azoff (interpretato da Jonah Hill), è stata molto più complessa da girare di quanto si possa immaginare.

A proposito del paragone scherzoso proposto da Jason Kelce – “È più difficile fingere di essere stati colpiti da un taser o di essere sotto l’effetto di Quaalude?” – l’attore ha svelato un dettaglio sorprendente:

Devo dire che, a proposito di quella sequenza con il quaalude, non sapevo quando la stavo girando, ma siamo rimasti lì per tre o quattro giorni. Pensavo che fossero un paio di riprese e [Martin Scorsese] ne aveva 50 di me che gattonavo, salivo e scendevo le scale, cadevo, salivo in macchina

L’attore ha sottolineato quanto fosse estenuante ripetere più volte movimenti fisicamente logoranti e al limite del grottesco, trasformando quella che sullo schermo appare come una manciata di minuti in un vero tour de force recitativo.

La scena deve molto anche ai consigli dello stesso Belfort, il broker realmente vissuto a cui il film si ispira. Intervistato dal New York Post, ha raccontato come insegnò a DiCaprio i comportamenti tipici di chi assumeva la droga ormai proibita:

Gli ho mostrato cosa succede e cosa si prova quando si è sotto l’effetto del Quaalude. Io… ho iniziato a gattonare. Eravamo entrambi sul pavimento, sbavando. Suo padre entrò nella stanza e ci chiese che cazzo stessimo facendo

Oltre a parlare del suo nuovo film e delle esperienze passate, l’attore ha svelato anche un dettaglio curioso dei suoi inizi a Hollywood. Da bambino, il suo primo agente gli disse che il nome “Leonardo DiCaprio” era “troppo etnico” per sfondare nel cinema americano.

Fortunatamente la carriera di DiCaprio non ha avuto bisogno di pseudonimi: con pellicole come Titanic, Inception, The Departed, Shutter Island e Revenant, l’attore si è imposto come una delle stelle più riconoscibili e rispettate di Hollywood.

Che ne pensate?