Un nuovo video di Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto come Pif, sta facendo discutere in tutta Italia. Pubblicato il 18 settembre sui social, il filmato utilizza una provocazione volutamente scioccante per scuotere le coscienze e mettere al centro del dibattito il tema della risposta politica alle tragedie umanitarie. L’ex conduttore e regista sceglie una strada radicale: l’iperbole più cruda per smascherare, a suo dire, la freddezza di un linguaggio istituzionale che riduce la guerra a cifre e comunicati.
Nel video, Pif pronuncia frasi destinate a far discutere:
Ho avuto un'idea incredibile per sconfiggere la mafia: bombardiamo la Sicilia! pic.twitter.com/IytuvMUYOW
Per battere la mafia bombardiamo la Sicilia – afferma in apertura.
Il ragionamento che segue è costruito come un paradosso matematico
Ci sono circa 10.000 tra mafiosi e collusi su 5 milioni e mezzo di siciliani. Se sappiamo che lì c’è un mafioso, lo bombardiamo. Qualche siciliano non mafioso morirà, L’importante è non arrivare a 60.000 morti, perché solo a 60.000 morti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dirà: “È una reazione sproporzionata”
Il regista lega questo ragionamento all’attualità internazionale, e in particolare alla distruzione di Gaza, di cui cita anche il numero delle vittime. L’obiettivo è mostrare l’assurdità, secondo lui, di una politica che reagisce solo oltre una soglia di “accettabilità statistica”. Il video si trasforma così in un atto d’accusa verso quella che Pif definisce una comunicazione istituzionale fatta di “frasi di circostanza”, incapace di restituire la portata della sofferenza civile.
Non mancano attacchi diretti a esponenti del governo.
Il Ministro Tajani è l’uomo delle frasi di circostanza
E su Matteo Salvini ironizza:
Vabbè, già fai male il Ministro dell’Infrastrutture. Ora, non ti metti a far male anche il Ministro degli Esteri
C’è anche spazio per un riferimento alla missione di aiuti Global Sumud Flotilla, con una battuta amara sulla lentezza dei treni italiani: se la flotta avesse viaggiato su rotaia «sarebbe ancora tra Roma Termini e Tiburtina».
Il finale del filmato amplifica il tono apocalittico e sarcastico:
L’idea si può stendere in Calabria per combattere la ’ndrangheta. E poi bombardiamo la Campania per la camorra. Basta non superare i 60.000 morti. Quelli dal 1948 in poi non contano. Questa mi pare una grandissima idea. Mi rimetto a dormire perché magari mi viene un’altra idea brillante
La mossa di Pif ha un chiaro obiettivo: ribaltare il ragionamento sulla proporzionalità delle rappresaglie militari e portarlo in un contesto domestico, quello della lotta alla mafia, così da mostrare quanto sia disturbante se applicato “in casa nostra”. Con questo gesto, il regista costringe lo spettatore a fare i conti con il peso delle morti civili, che rischiano di diventare statistiche anonime.
Al momento non sono arrivate reazioni ufficiali né repliche dal governo, ma il video sta già generando un acceso dibattito. Per alcuni è un atto di denuncia politica che usa l’assurdo per smuovere l’opinione pubblica; per altri rappresenta un insulto ai siciliani e un modo inaccettabile di banalizzare la violenza.