All’inizio di questa settimana, venerdì 5 settembre, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato il suo 200° ordine esecutivo con una decisione destinata a far discutere: il Dipartimento della Difesa tornerà a chiamarsi Dipartimento della Guerra (qui i dettagli), il nome che portava fino al 1949. La scelta, presentata come un ritorno alle origini e alla “massima letalità”, ha già avuto effetti politici, militari e perfino culturali, coinvolgendo anche l’attore Tom Hanks. Annunciando il provvedimento, il Presidente ha infatti dichiarato:
Abbiamo vinto la prima guerra mondiale, abbiamo vinto la seconda guerra mondiale, abbiamo vinto tutto ciò che c’era prima e tutto ciò che c’era nel mezzo, e poi abbiamo deciso di diventare woke e abbiamo cambiato il nome in DoD. Quindi, diventeremo Dipartimento della Guerra.
Il presidente ha aggiunto:
Penso che sia un nome molto più appropriato, alla luce della situazione attuale nel mondo. Trasmette un messaggio di vittoria.
Secondo gli storici, il nome era stato modificato dopo la Seconda Guerra Mondiale per sottolineare la missione degli Stati Uniti nella prevenzione dei conflitti. Ma l’amministrazione Trump ha ribadito che il nuovo corso punta alla “massima letalità”, come sottolineato dal neo-segretario alla Guerra Pete Hegseth, che ha parlato di superamento della “tiepida legalità”.
Il caso Tom Hanks e la cerimonia annullata a West Point
Il cambio di denominazione ha avuto ripercussioni anche in ambito culturale. L’attore Tom Hanks, 69 anni, noto per il suo ruolo in Salvate il soldato Ryan e da sempre sostenitore dei veterani, avrebbe dovuto ricevere il prestigioso premio Sylvanus Thayer a West Point il prossimo 25 settembre. Tuttavia, lo stesso giorno dell’annuncio di Trump, il presidente e CEO dell’accademia militare, il colonnello in pensione Mark Bieger, ha comunicato via e-mail l’annullamento della cerimonia. Nella comunicazione ufficiale, Bieger ha motivato la scelta affermando:
Questa decisione consente all’Accademia di continuare a concentrarsi sulla sua missione principale: preparare i cadetti a guidare, combattere e vincere come ufficiali nella forza più letale del mondo, l’esercito degli Stati Uniti.
La decisione arriva dopo che Tom Hanks, lo scorso febbraio, era finito al centro di polemiche per aver definito un sostenitore di Trump un “redneck razzista” durante uno sketch al Saturday Night Live.
Confermando la linea dell’amministrazione, Trump ha ribadito:
Avremmo dovuto vincere ogni guerra. Avremmo potuto vincere ogni guerra. Ma abbiamo scelto di essere politicamente corretti o woke e continuiamo a combattere per sempre. Non abbiamo lottato per vincere. Non abbiamo perso nulla, ma non abbiamo lottato per vincere.
Il ritorno alla denominazione di Dipartimento della Guerra si inserisce quindi in una strategia che la Casa Bianca definisce “di vittoria totale”, mentre il dibattito pubblico continua a interrogarsi sul significato politico e simbolico di questa scelta.